Carissimi Giorgio, Carla, Simonetta,
è un periodo molto intenso quello che sto vivendo e mi è difficile sedermi a tavolino per fare la corrispondenza. Io sto bene. Gli impegni comunitari ed apostolici, lo studio del Massa e la scoperta del nuovo ambiente in cui vivo, mi riempiono la vita e mi fanno sentire felice al posto che occupo, nonostante le inevitabili difficoltà.
In casa ci sono con noi Nadine e Delphine, le due “aspiranti Saveriane” e spesso passano con noi qualche giorno due altre ragazze. E’ Emerenziana che si occupa in particolare di loro, ma Giulia (Pirovano) ed io offriamo la nostra collaborazione con temi specifici di formazione umana e cristiana. Betti rientrerà dal Brasile il 7 settembre e ci darà una mano anche lei.
Anche se la campagna di alfabetizzazione delle ragazze è finita in maggio, Giulia non ha mai smesso di lavorare per preparare materiale che le servirà l’anno prossimo. E’ ammirevole alla sua età. Io, da giugno, non vado al dispensario di Magaw a causa della pioggia che rende le piste impraticabili. Ma, a casa, faccio un pò di consultazioni perché anche per la gente è difficile raggiungere a piedi il dispensario più vicino e spesso ricorrono a me che sono “obbligata” ad avere un po’ di medicine a disposizione.
Il mese di luglio sono stata a Bongor per sostituire un infermiere ciadiano (cha ha preso le ferie) al CEDIAM: è una struttura diocesana in cui ci si occupa dei malati di AIDS. Si preparano psicologicamente le persone che vengono, spontaneamente, a fare il test, si fa il test poi si incontrano di nuovo tutte le persone, una ad una, per comunicare il risultato; si studia con loro un piano di azione, si offrono consigli e appoggio appropriati, si accompagnano i sieropositivi, si curano le malattie opportuniste, si fa ogni tanto un esame di controllo degli anticorpi, si riferiscono in ospedale i casi gravi che necessitano cure specifiche. Detto così sembra routine, ma per me è stata un’esperienza UNICA, che mi ha preso mente, cuore, corpo. Annunciare ad una persona che è sieropositiva, prelevare il sangue a bambini nati da madre sieropositiva, incontrare lo sguardo disperato di chi sente che la vita gli sfugge dalle mani, incoraggiare giovani disorientati con risultato negativo ad assumere un comportamento diverso che riduca il rischio di contaminazione, conoscere Fansu Robert, un bimbo di 9-10 anni, orfano di madre morta di AIDS, padre alcoolizzato, bimbo che viene da solo a prendere regolarmente le sue medicine e che un giorno è scoppiato a piangere davanti alla siringa con cui dovevo fargli il prelievo; andare a far visita a domicilio a un malato che fa un pò l’idiota un pò l’aggressivo e che per questo, ma forse anche per paura della contaminazione, è stato abbandonato da tutti e non ha più voglia di reagire (lo scuotiamo e il giorno dopo abbiamo la gioia di vederlo arrivare al CEDIAM con un motociclista per ritirare le sue medicine); vedere la gioia di due fidanzati il cui risultato è negativo, il coraggio di coppie malate che fanno di tutto per curarsi e continuare ad occuparsi dei loro figli.. Ho vissuto tutto questo con Anna, una volontaria tedesca che ha fatto dono di più di 10 anni della sua vita al Ciad e che si prepara a ripartire per il suo paese tra qualche mese, dopo aver passato le consegne a Roza, una suora polacca che vive a Bongor. Koumi, PURTROPPO, è a 40 km da Bongor e per arrivarci ho dovuto prendere una moto-taxi (adesso dovrei passare per il Cameroun, cioè aggiungere alla moto due passaggi del fiume Longone in piroga).. Inutile dirvi quanto questo servizio mi ha appassionato e quanto mi sarebbe piaciuto di poterlo assumere!
Stasera, mentre vi scrivo, sono di nuovo a Bongor in compagnia di una quindicina di colleghi e di due medici per studiare l’integrazione nei nostri dispensari della PTME(prevenzione della trasmissione del HIV dalla madre al bambino) sotto il patrocinio di UNICEF. L’iniziativa è ottima, ma la difficoltà per me di accedere a Magaw buona parte dell’anno, è un handicap per la nostra équipe….
Come forse avete già saputo, abbiamo passato circa tre settimane insieme con Adriana (sorella di Silvia) tra viaggio e corso di formazione permanente sulla vita religiosa a Yaoundé. E’ stata una bella occasione di ritrovarci e una bella testimonianza per gli altri religiosi, quasi tutti africani, che erano con noi. C’era anche Irma, messicana, che voi conoscete. Il viaggio era suddiviso in tappe successive: piroga, moto, pulmino, treno, taxi.. A parte un po’ di fatica normale, non solo abbiamo ben approfittato della formazione, ma ci siamo anche divertite. Grazie anche alla vostra amicizia.
Grazie per la lettera e per l’offerta.
Come vedete il computer c’è, ma non INTERNET….Radio Terre Nouvelle la riceviamo e l’attuale direttore è P. Marco Bertoni, appena rientrato dall’Italia.
Ricordiamo sempre vicendevolmente nella preghiera. Salutate tutti gli amici
Un abbraccio fraterno
Silvia