Carissima Carla, Simonetta e Giorgio,
Sono rientrata in Ciad il 12 ottobre ed eccoci già alle soglie di Natale, un appuntamento al quale non ho intenzione di sottrarmi per poter augurare a ciascuno di voi e alle vostre famiglie la gioia e la pace di Gesù che viene a piantare la sua tenda in mezzo a noi per dare senso e colore alla nostra vita quotidiana. E’ un’occasione per poter dire a quanti ho potuto incontrare o almeno ascoltare durante le mie “vacanze” tutta la mia gratitudine per l’amicizia, la fraternità, la stima che mi avete fatto gustare in quelle occasioni. Che il Signore continui a benedirvi. Io vi ricordo ogni giorno nella preghiera e porto nel cuore le pene di quanti hanno voluto condividerle con me.
Il ritorno a Koumi è stata una grande gioia per me, anche se non mi aspettavo un caldo così. Comunque il lungo giro previsto per arrivare a casa non è stato necessario, perché le piogge sono state scarse e poi, udite-udite, dopo la mia partenza di giugno, le brecce minacciose della diga sono state, anche se sommariamente, riparate, così la nostra gente non ha dovuto abbandonare i villaggi e il raccolto è salvo. Certo, non abbiamo potuto viaggiare in macchina e non posso dire che il viaggio sia stato confortevole, ma che sollievo fare solo 40 km per arrivare da Bongor a Koumi! I nostri fratelli di Koumi sono stati felici di rivedermi e mi hanno chiesto notizie di tutti voi. Qualcuno è arrivato con delle uova, altri con un anatroccolo o un polletto per darmi il benvenuto e già il mattino dopo dei malati avevano bisogno di una mia consultazione.
Giulia e Betti le ho trovate bene anche se un po’ “tirate” perché in mia assenza hanno dovuto affrontare tanti imprevisti e piccole difficoltà. Non si dimentichi che Giulia ha 73 anni…
Quattro giorni dopo il mio arrivo siamo partite di buonora, Betti, io e 5 baldi giovani con la nostra venerabile Toyota per “aprire la strada” fino a Bongor. Aprire la strada vuol dire appianarla, colmare qualche buca, tagliare gli arbusti che ostruiscono il passaggio, aggirare le pozzanghere pericolose…
Perché tanta fretta? Perché dovevamo accogliere Lindomar, la nostra nuova sorella di Koumi che “stazionava” a Domo in attesa del mio arrivo. E’ stata una gioia poter ritornare a Koumi con lei e poterla presentare la domenica successiva a tutta la comunità cristiana, riunita attorno a 196 persone che facevano il loro ingresso in catecumenato!
Al dispensario di Magaw per il momento è impossibile andare se non in moto. L’infermiere responsabile è venuto già comunque a farmi un po’ il resoconto di questi mesi e, se non troverò sorprese quando li visiterò per la prima volta, c’è proprio da ringraziare il Signore per il bel lavoro che hanno fatto e per tutte le persone che hanno potuto salvare.
Non vi sto a raccontare le disavventure di un tentativo di portare una donna in ospedale da Ursi a Bongor una decina di giorni fa. Da Ursi a Koumi c’è ancora acqua sulla pista e ci siamo impantanati 3 volte. Per fortuna il parroco è venuto in mio aiuto, ha preso la donna sulla sua moto, poi , arrivato a Koumi, ha continuato verso Bongor con la sua macchina, mentre io ed altri attendevamo rinforzi nel cuore della notte per farci uscire da quella palude. Per fortuna la donna è sana e salva. Come avrete capito, la vita qui è un po’ un’avventura…
Questa settimana è stata caratterizzata da una riunione dopo l’altra per programmare le attività dell’anno. Formazione dei catechisti, comunità di base, attività con i giovani e i bambini, alfabetizzazione, biblioteca, animazione sanitaria, ecc. Quest’anno abbiamo non uno, ma due sacerdoti diocesani con noi: Jean che è qui ormai da due anni e Matthieu che è arrivato in giugno. L’équipe, dunque, è abbastanza rinnovata e deve trovare un nuovo equilibrio.
Nel pomeriggio cerco di uscire insieme a Lindomar per farle scoprire un po’ l’ambiente, permetterle di conoscere qualche persona e farle praticare quelle quattro parole di Massa che ha già imparato. Poco a poco spero che prenda coraggio e diventi autonoma.
Ricordateci nelle vostre preghiere perché siamo donne forti, piene di fede e di carità, capaci di infondere speranza a questi nostri fratelli. Io ringrazio ancora una volta il Signore per CIASCUNO DI VOI e vi abbraccio di cuore.
Silvia