Archivi categoria: Lettere Missioni

Lettere dalle Missioni

Goias (Brasile)

Nell’ultima mail vi raccontavo di Isidoria, quella ragazzina conosciuta
nell’SOS criança che stava per entrare nella comunità terapeutica per
disintossicarsi dalle droghe. Bene, ormai lo sappiamo quanto questo cambiamento
di vita sia difficile, e non lo nascondiamo a nessuno. Il problema, come già
detto in altre mail, è che in certi ragazzi/e le droghe non sono un problema
isolato ma spesso sono il frutto terminale di altri problemi più profondi. La
droga spesso è uno degli ultimi stadi. Capiamo quindi come liberarsene sia
davvero complesso, difficilissimo ma pur sempre, in un qualche modo, possibile.
Dobbiamo continuare a credere che anche dal crack ci sia un’uscita. Qualche
caso, pochi a dire il vero, ci testimoniano questa fragile ma concreta
possibilità… Insomma, tutta questa introduzione per dirvi che Isidoria non
c’è riuscita. Purtroppo dopo neanche 30 giorni di comunità è uscita. In verità
si è fatta buttar fuori, ma i particolari ve li risparmio. E ha fatto perdere
le tracce.

Oggi sono qui per presentarvi una situazione che credo sia la più complessa
tra tutte quelle che stiamo accompagnando. Tanto complessa che è difficile fare
un riassunto. Portate pazienza, poi parleremo anche dei mondiali!!!

Bene, voglio parlarvi di Luis Flavio Junior e della sua famiglia. Flavio J.
entra nel progetto di Adozione a Distanza a fine 2007. Lo considero uno dei
ragazzini più bravi e promettenti: ottimi voti a scuola, obbediente, bravo a
suonare la chitarra, molto sincero, curioso ed estroverso, ama leggere…. Luiz
Flavio vive con i nonni dall’etá di un anno circa. Quando é nato, il padre
aveva 17 anni e la madre 15; dopo poco tempo hanno pensato bene di disfarsene.
Il padre ha poi generato (con un’altra ragazza) Michael Hunter, ed é successa
la stessa cosa: affidato ai nonni (questa volta materni). Luiz Flavio non ha
contatti con i genitori e chiama la nonna di mamma. La nonna-mamma DULCELIA ha
problemi di cuore e pressione. Qualche mese fa, ormai credo un anno, il giudice
le manda Michael Hunter perchè i nonni materni non lo stavano trattando bene.
Michael sembra un ragazzino timido, oggi ha 14 anni, ma la nonna Dulcelia non
riesce a controllarlo. Molto ribelle e disobbediente. Comunque, per qualche
mese, tutto procede nella norma, tra difficoltà economiche e sogni di musicista
di Flavio J. La situazione cambia drasticamente (tenetevi stretti perchè le
cose si complicano davvero!!) quando il papà, che stava vivendo insieme ai due
figli (Flavio J e Michael, appunto) e alla nonna-mamma Dulcelia, fa un
incidente in moto. In tre sulla stessa moto con la pilota ubriaca. Brutto
incidente, frontale con una jeep. Perde all’istante il piede ed entra in coma.
Per più di tre mesi resta ricoverato nella terapia intensiva con la mamma ad
assisterlo come un bambino, facendosi in quattro per trovare i biglietti
dell’autobus e i soldi per comprare i pannoloni (l’ospedale non li passa!!).
Due operazioni al cervello e la morte sembra scongiurata. Il verdetto dei
medici tremendo: resterà così per sempre. Oggi vive come un vegetale,
alimentato con sonda, senza un piede, senza movimenti volontari… totalmente
scollegato dal mondo. Polmonite e piaghe da decubito si alternano. Respira
attraverso un forellino nella trachea e quindi deve stare in ambienti puliti,
senza polvere. La casa di proprietà dove vivevano era molto insalubre, pareti
con muffa e pavimento di terra battuta. Don Corrado insiste molto col comune e
riesce ad ottenere una promessa: doneranno il materiale per costruire una
stanza. Il materiale ritarda ad arrivare, nel frattempo tagliano l’acqua per
bollette non pagate. Quindi decidono di spostarsi in una casa in affitto in
condizioni migliori. Ai vari problemi economici (le medicine qui sono molto
care) si aggiunge così l’affitto da pagare. Il peso di tutta questa situazione
è tutto sulle spalle della nonna-mamma e così Luis Flavio J. comincia a darsi
da fare per trovare un lavoro. Con soli 15 anni va a scuola e al pomeriggio
lavora. Un giorno (sta arrivando il peggio!) l’altro figlio che abitava con
loro, con apparenti disturbi mentali, violenta una ragazzina nostra vicina di
casa. La polizia lo prende e lui si dichiara innocente. Il processo corre
rapido e nonostante qualche dubbio (una testimone avrebbe visto i due camminare
abbracciati e sorridenti la sera stessa della violenza) il giudice lo condanna
a 3 anni. La nonna-mamma Dulcelia ora ha un problema in più da accompagnare.
Ogni settimana va in carcere a trovare il figlio, sapendo e constatando che per
chi si macchia di questi reati non ha una vita facile dietro le sbarre.
Dimenticavo di Igor, un altro figlio di Dulcelia, è da anni alcolista e
continua ad entrare ed uscire da cliniche psichiatriche. In tutta questa
disperazione è stupefacente come questa donna, con l’aiuto e l’appoggio di Luis
Flavio e di un marito che ancora non riesco a catalogare (se non fosse per il
suo volume piuttosto significante!!), continui a tenere duro, a non darsi per
vinta, a lottare a denti stretti contro le difficoltà dei figli e con la fede
disarmante in un Dio che la aiuta e la aiuterà.

Come sempre resta una realtà famigliare conosciuta solo superficialmente, ma
per me è sufficiente. Proprio ieri ho incontrato i tre, sotto il sole delle due
di pomeriggio, spingendo dei carrelli di supermercato pieni di cartone e
bottiglie vuote di plastica… per arrotondare stanno raccogliendo questi
materiali di riciclaggio che qui sono pagati a peso.

Preghiamo insieme per questa famiglia.

Vi abbraccio fortissimo

Paolo

Ps: per sdrammatizzare un pò, che se no il rischio è di spalmarvi addosso pesi
esagerati… be, la magnifica seleçao brasileira, rappresentanti del calcio
samba è stata eliminata dal mondiale… chiaro che sono usciti dopo di noi e
quindi per qualche giorno abbiamo dovuto accettare ogni tipo di sberleffo… e
uscito il Brasile ho addirittura sentito dire che la colpa era del colore della
maglietta… azzurro!!!! Comunque qui non sono normali… ho visto gente in
ginocchio implorando il gol, altri piangere come disperati… i mondiali qui
sono una febbre!!! Chissà cosa succederà nei prossimi, che saranno proprio qui
in Brasile !!!!!!!

Ps2: la costruzione della casa procede a gonfie vele, grazie a Dio ho trovato
un muratore che oltre ad essere onesto ci sa proprio fare… ha le dita delle
mani fini fini e alla domenica suona la chitarra a messa!!!!

Montreal (Canada)

Carissimi Giorgio, Carla, Simonetta e Nella,
Sono molto contento per il vostro messaggio che mi riconforta nel mio
sacerdozio. Sono stato veramente emozionato durante tutte le conferenze e
durante questi grandi momenti per me storici con il Santo Padre. Ho partecipato
alla chiusura delle attività per l’anno sacerdotale con un gruppo di 8 preti
provenienti da Montreal; il nostro programma di pellegrinaggio non mi
permetteva di avere un minuto per me e di venire ad incontrarvi come sperato,
ma poco importa, ho passato dei momenti molto piacevoli nel vostro paese e
soprattutto nella città eterna: Roma. Spero dunque che quando arriverò all’
inizio di ottobre, sarà allora un’occasione più favorevole per venirvi ad
incontrare e passare qualche tempo con voi. Sono ritornato a Montreal.
Grazie ancora una volta per la vostra amicizia.
Possa l’Altissimo mantenerci uniti nel suo amore inestinguibile!

Don Ferdinando vostro fratello

Kambia (Sierra Leone)

Carissimi

Spero di trovarvi tutte e tutti bene.

In questi giorni iniziano gli esami nelle scuole e questo mi dà un po’ più di tempo per scrivere. Insegno due ore di bibbia in quinta superiore, ma ho detto all’altro mio collega che insegna l’altra ora di fare lui i test e di correggerli, io non ne avrei il tempo. Ho una classe da 40 e una da 70 studenti. Il mio collega che insegna bibbia è musulmano, l’altro è protestante. La scuola è cattolica, fatta da un saveriano 49 anni fa. Ci sono 600 studenti nella secondaria senior e 1000 nella secondaria junior. Gli allievi sono quasi tutti musulmani, poichè che la zona di Kambia è moto musulmana. Gli studenti studiano volentieri il mio corso, perchè la religione piace molto a loro e forse anche perchè all’ultimo anno se passi l’esame vale un credito, e con 5 crediti puoi entrare in univeristà, incluso lingua inglese.

In questi tempi l’Africa è un po’al centro del mondo, tra i mondiali e un presidente nero alla Casa Bianca. (il suo viso è stampato su tante magliette, zaini, borse, cinture, gadget. “He is our President”, dicono). Ma qui non cambia molto la realtà. L’unione europea sta finanziando una strada asfaltata che porta da Kambia alla capitale, i lavori procedono, passano countinuamente camion di ghiaia che sollevano un polverone, e hanno asfaltato 10 km. Ora non possono asfaltare, il mese prossimo arrivano le piogge forti, fino a fine agosto, e non si può fare quel lavoro. Speriamo che finiscano di costruire i ponti sui fiumi e i torrenti.

È stato bello celebrare il Natale in parrocchia. Ci sono alcune persone bisognose e allora il gruppo delle donne cattoliche hanno deciso di cucinare per loro il pranzo di natale nel nostro salone. Per raccogliere i soldi necessari hanno pensato di fare vedere il film della nascita di Gesù nelle scuole della città. Hanno contattato anche le scuole musulmane che hanno detto subito di sì. Il biglietto per i bambini era 300 leoni, 7 centesimi di euro, e molti hanno assistito. Mi è dispiaciuto che i bimbi più poveri non hanno potuto vederlo. Il film era quello di Zeffirelli, ma doppiato in Krio. Erano felicissimi di conoscere di più Gesù e la sua Mamma e Giuseppe. È stato un po’ da ridere la scena del censimento, quando si registrano a Betlemme oltre che Giuseppe da Nazaret anche Mohamed da Kabala e Ibraim da Freetown. Il messaggio si incultura anche così!

Con il ricavato ho caricato 6 donne sul pickup e la domenica pomeriggio siamo andati al mercato. Comprato il sacco di riso, che è il cibo di ogno giorno in Sierra e il necessario per la plasas: olio di palma, bello rosso o arancione, nel quale fai bollire le foglie di patata dolce pestate ne mortaio, pesce affumicato, dado, fagioli, arachidi bollite, sale e naturalmente peperoncino a volontà. I poveri hanno magiato con grande gioia, era natale anche per loro, e ho messo un po’ di musica con la cassa che ho comperato questa estate, e allora tutti felici. La musica funziona con il generatore portatile che abbiamo, perchè qui la corrente c’era ai tempi degli inglesi, ma poi non più. Naturalmente è rimasto riso per i cherichetti, 30 di loro, dalla 2 elementare alla 3 media.

I cherichetti lo segue P Giorgio settimanalmente, circa 20. diventano 30 in marzo aprile, quando i 4 alberi di manghi della missione hanno i frutti maturi. Allora si tirano i sassi ai rami, finchè qualche mango cade. Ogni pomeriggio leggiamo il vangelo della domenica precedente nei quartieri della città. Ci sono 3 zone per ora. A turno ci troviamo nella casa di un cattolico e lì preghiamo e cantiamo. Tante volte è cattolica solo la moglie o solo il marito. Le famiglie completamente cattoliche non sono molte. Ieri siamo andati da una anziana che non può più verire in chiesa perchè è cieca. Mi ha parlato, ma io non ho capito niente, perchè è di etnia Limba. Mi traducono i nostri parrocchiani. Alle 17:45 siamo andati via di corsa dalla casa, che è alla periferia della città, con le nostre moto, perchè iniziava a piovere.

Domenica 4 Luglio c’è stata la prima messa di un sacerdote di Kambia, fr. Michael Kamara. È della congregazione dei Giuseppini del Murialdo, che è simile ai salesiani (formazione dei giovani). È stata una bella celebrazione, una benedizione per tutti noi. Vi scriverò qualcosa più avanti…

Vi penso spesso, con affetto e riconoscenza. Buona estate.

p. Michele Carlini , saveriano.