Shelabunia (Bangladesh)

Carissimi Don Francesco, Carla, Simonetta, Nuccia. Giorgio e gruppo
Missionario San Paolo di Parma,
ho ricevuto con tanto piacere il vostro messaggio per le Feste Natalizie,
che ricambio augurandovi la gioia e la Pace del Natale e la Felicità di
incominciare un Nuovo Anno.
Sto passando un tempo molto impegnativo per le traduzioni e involto in
avvenimenti più grandi di me.
Nel mese di novembre sono stai pubblicati tre libri: Pinocchio in traduzione
bengalese, e in bengalese i misteri ed eventi della Madonna in chiave
letteraria e culturale bengalese. In italiano il terzo volume delle meditazioni
di Tagore: “Santiniketon III”.
Ora sono in preparazione altri libri in italiano e bengalese.
La settimana scorsa alcuni tecnici della “Bangla Vision”, una Televisione
del Bangladesh, sono andati a Villaverla nella mia casa e paese natale per
preparare un Cortometraggio sulla mia vita.
Sabato e domenica sono nella capitale di Dhaka per un “International Baul
Festival”. I Baul sono cantori popolari di cui sto preparando qualche cosa in
italiano e bengalese insieme. Dovrò fare due interventi: uno sabato sulle
treduzioni e loro difficoltà: l’altro domenica sulla dottrina dei Baul.
Dal 22 al 31 gennaio alcuni della EMI, Bologna, saranno qui a Shelabunia per
un ducumentario di 50 minuti sulla mia vita di Missione e un cortometraggi di
15 o 20 minuti.
Spero voi possiate vedere quaalche cosa di queste produzioni.
Di nuovo auguri di Buon Natale e Felice Anno 2010.

In Cristo aff.mo P.Marino, s.x.

Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
abbiamo avuto il piacere di poter ricevere la visita del nostro vescovo di Parma, “Dom” Enrico (qui Dom vuol dire vescovo). Accompagnato dall’ex direttore della Caritas, Don Andrea Volta, sono riusciti a visitare tutti i missionari (laici e consacrati) che hanno lasciato la diocesi di Parma per trasferirsi in missione qui in Brasile. Una settimana in tutto, pochi giorni ma preziosi per potersi immergere nella realtà brasiliana. Devono essere stati giorni intensissimi. Hanno incontrato nello stato del Mato Grosso la Marianna e il Giampi (genitori del piccolo Ernesto), la Miriam Catellani e Federico Toscani (laici di Noceto, partiti per il Brasile più di 30 anni fa!) e nello stato del Goìas hanno visitato la missione di Don Giuseppe Dall’Asta e la nostra.
Noi li abbiamo guidati verso l’incontro delle nostre comunità e alla conoscenza di alcuni progetti sociali che portiamo avanti. Significativo l’incontro con tante delle famiglie del progetto di adozione a distanza realizzato in collaborazione con la Caritas Children’s. Sono circa 150 famiglie tra le più carenti dei nostri quartieri. Coi soliti tanti bambini al seguito. Maria, l’assistente sociale brasiliana che lavora con noi, aveva preparato un libro con le lettere dei bimbi per dare il benvenuto al vescovo. Sono lettere che i bambini del progetto hanno scritto, arricchendole con tanti disegni… il momento della consegna è stato emozionante e Dom Enrico ha davvero apprezzato il regalo. Ha addirittura detto: “questo libro lo porto in Italia come vostro ricordo e lo farò vedere anche ai miei genitori!”. Bello e significativo il pranzo col vescovo locale, che parla benissimo anche l’italiano. Il legame tra queste due chiese sorelle, quella di Goiania e quella di Parma, si è ulteriormente rafforzato. Il vescovo è stato umanamente affabile, umile e semplice, attento e curioso. Mi resta un ricordo davvero bello. Speriamo torni presto a trovarci, noi lo aspettiamo!!
Il ragazzo del carcere minorile che era stato ferito da due pallottole nella schiena (durante la sua fuga per la libertà) è morto. Una settimana di terapia intensiva non gli ha salvato la vita. Il poliziotto dei reparti speciali che gli ha sparato è stato trasferito. In questi casi qui c’è molta tolleranza…
Un altro ragazzo, Rogerio, mi chiede di pregare per lui perchè sta per uscire e ha paura di continuare nel mondo del crimine. Mi apre le porte ad una chiacchierata… è dentro perchè 6 mesi prima aveva ammazzato un taxista. Mi racconta: “ero entrato nel taxi… l’autista mi ha dato i soldi ma io gli ho sparato lo stesso… non so perchè l’ho fatto, avevo paura ed ero agitato per causa del crack”. Rogerio ha 16 anni, tutta la vita davanti e già un passato pesantissimo sulle spalle.
In “rua” ho incontrato dopo tanto tempo (credo almeno 6 mesi) Josimar. E’ magrissimo e mi chiede se abito ancora in Jardim das Oliveiras. Vuole che a tutti i costi vada a visitare sua mamma e dirle che è ancora vivo. Da qualche mese non si fa più vivo, non telefona… perso dietro il crack. Mi vuole raccontare un po’ della sua storia… ma si ferma quando arriva agli 11 anni. Con quell’età l’ingresso ufficiale in strada, senza ritorno. Oggi ne ha 19 ma ne dimostra 15. Prova a piangere ma il suo viso, per qualche secondo, solo si accartoccia in una smorfia, gli occhi brillano ma nessuna lacrima. Il pomeriggio stesso, tornando a casa dal centro città, vado a visitare sua mamma. Scopro che abita a 1km da casa nostra! Mi riceve con sospetto, mi fa un sacco di domande prima di aprimi il portone. Atteggiamento insolito in questo brasile semplice e accogliente. La mamma, una donna piccola e chiacchierona, mi chiama subito per nome e mi chiede scusa per la diffidenza. Mi spiega che la polizia sta cercando da qualche mese proprio Josimar. Non sa bene perchè ma sembra che abbia fatto qualcosa contro un poliziotto, le voci che girano sono che abbia rubato a casa di un poliziotto. Sono cose che la polizia “risolve in casa”. La mamma, Marilene, mi chiede se lo incontrerò di nuovo. Le hanno provate tutte ma senza risultati. Il mondo delle droghe è un vortice che strappa i figli dalle madri e dalla vita. Josimar lo incontrerò esattamente una settimana dopo nello stesso posto, Praça do Trabalhador… ma ve ne parlerò nella prossima puntata.
Vi abbraccio forte, tutti.
Il Signore ci benedice.
Paolo

Nouldayna (Camerun)

Carissimi del gruppo missionario della parrocchia di San Paolo

Buon Natale e Felice Anno 2010!

Le Missionarie di Maria – Saveriane di Nouldayna, vi augurano la pace e la gioia di chi accoglie Gesù nella propria vita. E vi diciamo un sentito GRAZIE per aver generosamente sostenuto anche quest’anno la nostra missione. Tanti fratelli e sorelle di questo angolo di Camerun: piccoli, grandi, anziani, malati hanno potuto ascoltare la Parola di Dio e sono stati toccati da gesti concreti di amore cristiano – proprio grazie all’aiuto che voi ci avete fatto giungere. Per questo, Dio benedica voi, le vostre famiglie, comunità parrocchiali e gruppi. Alla fine della nostra vita ritroveremo solo ciò che abbiamo donato.

Noi stiamo bene. La nostra comunità ha subito qualche cambiamento: Sinea, sorella brasiliana, è temporaneamente a Roma per completare alcuni studi teologici. Sappiamo che sta bene e attendiamo il suo ritorno.
Intanto ci siamo arricchite della presenza di Guadalupe, sorella messicana, già a Berem-Tchad, ed ora qui con noi. Sta passando per la prova dello studio della lingua masa. Immaculée calamita bimbi, giovani e adulti all’amore di Dio. Segue il pre—catecumenato e la pastorale giovanile e vocazionale. Adriana si occupa della formazione delle Donne cristiane, organizza sessioni di alfabetizzazione e promozione umana di donne e ragazze per lo più. Dà anche una piccola mano alla scuola superiore nascente e cerca di inculcare nei ragazzi l’interesse per la lettura allestendo una biblioteca (e smantellandola ogni volta, per mancanza di strutture) due volte alla settimana. Lina, molti di voi l’avranno forse incontrata in Italia durante il suo recente congedo estivo, opera nel settore della salute e dell’igiene, e segue i malati di sida (AIDS). Se quest’anno la costruzione di una biblioteca diventerà realtà molto si dovrà al suo dinamismo e tenacia (oltre all’aiuto finanziario vostro!).

Quest’anno la vita della nostra gente è stata movimentata da un evento che non si ripeteva da circa trent’anni, perché interdetto: l’iniziazione tradizionale masa. Si tratta di un insieme di pratiche che nella tradizione mira alla formazione della personalità dei ragazzi. Attraverso le dure prove cui sono sottoposti, essi sviluppano, tra l’altro, virtù come il coraggio, l’obbedienza, la perseveranza, l’orgoglio per la propria identità culturale. La partecipazione all’iniziativa è stata massiccia: anche Masa del Tchad vi hanno preso parte. E qualche nostro battezzato purtroppo! Ma i motivi che avevano indotto il Governo a proibire questa pratica: svuotamento di classi nel bel mezzo dell’anno scolastico, abusi fisici e intimidazioni, ecc. , si sono verificati ancora, producendo divisioni e contrapposizioni d’idee in proposito tra la popolazione e una sfida alla vita delle nostre giovani comunità cristiane.

Questo ha indotto il Vescovo a delinare con chiarezza, in una lettera pastorale, la posizione della chiesa davanti a questo evento culturale:

“non è possibile essere cristiani e partecipare alla iniziazione tradizionale così come si pratica attualmente. Questa inizia con dei sacrifici agli dei (Mannuhuli, Makalai, Mazoumri, ecc.) ai quali ci si affida. Il sacrificio di animali a questi spiriti vorrebbe affermare che la vita viene da queste divinità. Con il sangue degli animali si mette anche la propria vita sotto la protezione delle divinità che ricevono l’offerta. Questo costituisce un tradimento e un rinnegamento della nostra fede…”

Noi speriamo che questo messaggio sia recepito dai nostri cristiani e che lo Spirito di Gesù arrivi a penetrare e a vivificare la cultura masa.

Quanto poi alle piogge, che ci danno di chi vivere: quest’anno non si è prodotta l’inondazione per lo straripamento del fiume Logone. Qui nella nostra zona si è avuta pioggia più abbondante dell’anno scorso, ma irregolare e a lunghi intervalli. E per di più in ritardo. Il raccolto, grazie a Dio, ci sarà sì, ma non sarà un gran che. Assistiamo comunque con gioia ad una certa diversificazione, tentativi di coltura: meno cotone, più riso, più mais, più fagioli, patate dolci, cipolle. Con i mutamenti climatici in corso è davvero rischioso per questa gente dipendere quasi unicamente dal miglio.

Eccovi, Carissimi, messi un più dentro la nostra realtà attraverso queste piccole comunicazioni. BUON NATALE ancora, nello Spirito di Gesù che ci fa famiglia – anche se non ci conosciamo personalmente e anche se lontani fisicamente.

In Lui noi siamo uno.

Guadalupe, Adriana, Lina C. , Immaculée