Koumi (Ciad)

Carissimo Giorgio,
Buon Natale! Anche quest’anno questa bella festa viene a ricordarci quanto Dio ci ama e
come desidera per noi l’amore, l’unità, la pace. Che il Signore conceda questi doni a ciascuno di
noi, ai nostri fratelli Massa e al mondo intero.
Spero che voi stiate bene.

Noi stiamo uscendo dalla stagione delle piogge. Quest’anno è stato particolarmente difficile
per la nostra gente (e di conseguenza anche per noi) per ragioni molteplici. Prima di tutto, dopo più
di 30 anni, si è svolta l’iniziazione tradizionale che ha provocato chiusura prematura delle scuole,
insicurezza nella circolazione (gli iniziati attaccavano i non iniziati comprese le donne, una delle
nostre cappelle è stata distrutta), divisione tra gli appartenenti alla religione tradizionale e gli altri
credenti, anche all’interno della stessa famiglia.
Poi c’è stata la pioggia abbondante, il doppio degli ultimi anni, la “diga” si è rotta in diversi
punti, il Logone è straripato, i campi sono stati inondati, anche la Missione, il raccolto in buona
parte compromesso, la città di Bongor accessibile solo via fiume in piroga, molti i malati deceduti
perché non si poteva trasportarli neanche nei dispensari più vicini.
Contemporaneamente si sono scatenati degli scontri violenti tra i diversi clan Massa per
l’utilizzazione dei terreni coltivabili divenuti insufficienti al fabbisogno. I bastoni della popolazione
(i Massa combattono a suon di bastonate) sono stati rimpiazzati dai fucili dei militari accorsi per
ristabilire l’ordine e molti sono stati i feriti di cui uno è poi deceduto. Ne abbiamo avuti anche a
casa a cui prestare i primi occorsi. Ogni volta che le donne del villaggio intravvedevano un militare
tremavano dalla paura e accorrevano a rifugiarsi da noi con i bambini e le loro povere masserizie,
e per più di una settimana il nostro cortile è stato sempre animato.
L’inondazione ha provocato la diffusione del colera e la moltiplicazione dei casi di malaria e
tifo, con difficoltà di procurare le medicine necessarie. Molte le vittime. Il colera non è ancora sotto
controllo. Due giorni fa ne è morto Gayman, un nostro vicino.

E non vi sto a dire la situazione delicata che vive la nostra Parocchia dopo la partenza
precipitosa del nostro parroco in febbraio. A causa di una serie di problemi del parroco attuale, ora
rischiamo di restare senza sacerdote “e nessuno sa fino a quando”.
Il 21 novembre tre diaconi (Joseph, Benoît e François, rispettivamente Massa, Mussey e
Ngambay) riceveranno l’ordine presbiterale a Bongor, ma sono già destinati ad altre parrocchie
della diocesi, ugualmente bisognose e più adatte ai primi passi di sacerdoti novelli.

Con tutto ciò ringrazio il Signore che ci protegge e ci dà la forza e la gioia di restare tra
questi fratelli così provati per infondere loro coraggio e speranza e sostenerli nelle loro difficoltà
spirituali e materiali.
Un nuovo anno pastorale è cominciato, molti adulti preparano il loro Battesimo per la
prossima Pasqua e tutte diamo il nostro contributo in un modo o nell’altro. Giulia , Elisabeth,
Lindomar ed ioi faremo quanto possibile per il Vangelo e per il bene della nostra gente con l’aiuto
della vostra preghiera e della vostra solidarietà.

Saluti cari a tutti e tanti tanti auguri di ogni bene!
Silvia Marsili

Kitty (Sierra Leone)

Carissimi tutti e tutte
La mia lettera arriva con tempi di attesa troppo lunghi, ma dopo queste righe confido che capirete.
All’inizio dell’estate scorsa noi Missionari Saveriani in Sierra Leone abbiamo consegnato ai sacerdoti locali della Diocesi di Makeni la parrochia dove noi due lavoravamo, Kambia.
Questo passaggio è secondo la nostra prassi di fare missione: siamo particolarmente per le zone di primo annuncio, fondiamo la comunità cattolica e quando è matura la consegnamo al Vescovo del posto.
Così è successo il 29 agosto a Kambia, nord est della Sierra Leone, a 10 chilometri dal confine con la Guinea Konakry.
I nostri confratelli arrivarono là credo nel 1961, con grande difficoltà, perchè le persone influenti del Distretto non volevano la nostra presenza. Ma la costanza ha premiato.
Con i soldi di benefattori dall’Italia padre Olivani costruì la prima scuola secondaria del Distretto di Kambia, che copre 300,000 persone.
È una scuola cattolica, assistita dallo Stato, che paga lo stipendio agli insegnanti. Poi negli anni, i saveriani hanno costruito o ricevuto dal governo 16 elementari, e durante il tempo che il mio confretello (P. Jorge, 35 anni, messicano) e io eravamo là, il capo supremo (Paramount Chief) di una delle 4 zone della Parrocchia, ci ha consegnato una scuola secondaria, affinchè fosse gestita dalla chiesa. Notare che lui è musulmano, come il 99 % della sua gente. Ma riconoscono il lavoro di quantità e di qualità dei cattolici.
Dopo 50 anni, abbiamo deciso, noi 27 saveriani in Sierra Leone, che la parrocchia di Kambia fosse pronta per essere data al clero locale.
Negli anni scorsi abbiamo consegnato la cattedrale di Makeni, Magburaka, Yele, Yonibana, Bumbuna, Port Loko, Binkolo dove era stato 30 anni P. Rabito di Villaverla (che a 91 anni è ancora a Makeni), e altre ancora…
Così P. Jorge è stato mandato alla parrocchia di Madina, tra i Limba e i Soso, e io a Kissy, a 2 Km dalla capitale Freetown.
Mi trovo in una comunità formativa, dove abbiamo con noi giovani del posto, che hanno fatto le superiori e che vorrebbero essere missionari. Così faccio il formatore, insegnerò Teologia spirituale in seminario maggiore e faccio il missionario il weekend.
Infatti celebro in due località lungo la superstrada che porta dall’interno alla capitale. Ci sono gruppi di cattolici, in un posto circa 300, che vogliono la messa la domenica. Ma la chiesa non c’è: allora preghiamo in una costruzione fatta di mattoni di argilla seccata al sole e pali di legno per tetto, coperte da lamiere ondulate di zinco.
Oppure si prega in un aula della secondaria.
L’altro posto ha 50 cristiani, e una famiglia del posto possiede uno stanzone di 4 muri di blocchi di cemento. Così l’ha messo a disposizione. La gente ha comprato pali di legno e ha steso teli di plastica per la piggia. Celebro la messa alle 8:30 la domenica, l’altare è un tavolo in legno e lo sposto a seconda di dove gocciola il telo sopra di me.. Un po’ di ginnastica spirituale non fa male… (e mi sento davvero in missione. Prima si formano le comunità e poi arriveranno anche i muri più stabili).
Io ho pensato tanto a voi in questo mese missionario, e vi ringrazio per le preghiere e per il vostro
generossissimo contributo dell’estate scorsa. Sono bei soldi, pensate che un maestro riceve 250 mila al mese, circa 50 euro per sè e la famiglia. E più della metà dei nostri maestri delle 16 elemantari e 3 secondarie non erano pagati dallo Stato…
Grazie di cuore a tutte e tutti. Ogni domenica, io nell’eucaristia mi sento unito a tutti voi.
Saluti a tutti voi, Tenki, (grazie) come si dice grazie in creolo qui, e buona continuazione.

P. Michele Carlini

Goias (Brasile)

Ciao a tutti carissimi,
siamo rientrati nel nostro amato Brasile dopo una overdose di affetto e amicizia. E’ così che quest’anno, ancor più che i rientri degli anni passati, la nostalgia di casa e di tutti voi si fa sentire ancora di più. Ma è comprensibile… ci avete accolti in modo speciale, unico. La Leide continua a raccontare le piccole e grandi “attenzioni” che tutti voi ci avete dato. E adesso si chiede: “ma come Paolo, quando gli italiani arrivano qui tutti restano sorpresi con l’accoglienza dei brasiliani… ma credo davvero che gli italiani non siano da meno!” E sentirla dire una cosa così fa bene all’Italia. Anche qui arrivano purtroppo gli scandali dei nostri politici, di uno in particolare…

Come sapete la nostra luna di miele è stata molto di corsa, inevitabile… strappati tra incontri, testimonianze, interviste, incontri “di lavoro”; matrimonio di Niko, adorabili cenette tra amici, caffè “rubati”,… Verona, Limone del Garda, 5 terre, rif. Lagazuoi, Torrechiara… La luna di miele più bella della mia vita!!! Quindi ancora un grandissimo grazie perché se tutto è stato stupendo così come è stato… è tutto merito vostro! In un qualche modo i 4 kg mesi su in 28 giorni sono la CONCRETA testimonianza che non c’è mancato nulla!! L’unica ombra è che come al solito non siamo riusciti ad incontrare tutti, e tra gli assenti amicizie importanti.
Il rientro qui è stato ottimo, ritornando subito a pieno ritmo lavorativo dopo un paio di mesi così-così per il trambusto della preparazione del matrimonio e della casa. E mi mancava. Credo davvero che il mio sia il lavoro più bello del mondo!! Sto cercando di recuperare un po’ di tempo perduto, anche perché nel progetto di Adozione a Distanza sono tante le nuove famiglie che ancora non conosco.
La novità bella, stupenda, fantastica è che la Patricinha (vi mando una foto di quando era in rua) si sta controllando bene. La suocera, donna dalle mani enormi, apparentemente una sempliciona ma che invece ha una grande sensibilità e esperienza, sta aiutando molto la neo-mamma. Pàmela, la piccolina nata prematura, sta bene. Sono stato a trovarle (non abitano lontanissimo da noi) e la serenità famigliare mi è piaciuta molto. La Patricinha finalmente sorridente, pulita, ben vestita… quasi irriconoscibile per chi l’avesse incontrata sulla strada. Quella che sembrava una maschiaccia si è trasformata in donna. E sempre con l’orecchio teso a sentire le necessità della piccolina. Un piccolo aneddoto divertente per chiudere in bellezza: la Patricinha ha voluto che prendessi in braccio Pàmela… dopo poco che era tra le mie braccia è all’improvviso diventata tutta rossa in viso, paonazza, … e dopo 3 secondi sbiancata nuovamente. La cosa si ripete una seconda volta. Preoccupato, quando stavo per chiamare la mamma, arriva la terza ed ultima ripetizione…. E… sorpresa…. PPPprrrrrrrrraaaaKKkkk …. Sono scoppiato a ridere… il pannolone era diventato più pesante!!! ….La piccolina stava “spingendo”….

Vi abbraccio tutti, fortissimo

Paolo

Ps: oggi è il mio compleanno, cavoli, 33… e il regalo più bello è essere rientrato qui col cuore pieno di ricordi stupendi. GRAZIE !!