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Goias (Brasile)

Carissimi,
grazie delle notizie della parrocchia e delle vostre famiglie. Il Signore continua a rivolgere su di voi il Suo sguardo pieno di tenerezza e di stima.
Facciamo la celebrazione d’inaugurazione della scuola elementare il 6 agosto con la presenza delle autorità politiche e religiose; il centro sanitario è ancora agli inizi della costruzione..c’è una forte équipe e si spera che i lavori avanzino in fretta… Verrò in Italia in settembre per cui ci vedremo presto! Sto dando le consegne anche per il Centro Diabetico. Pregate per me in questo periodo affinché possa lasciare nell’Amore.
Rosanna

Saluti a Don Francesco, Giorgio, Simonetta e agli Amici di San Paolo Apostolo!

Goias (Brasile)

Un abbraccio di pace a tutti.

E’ da quasi un mese che non scrivo e ne sentivo la mancanza. In realtà stiamo passando una fase un po’ anomala, fuori dagli schemi, un continuo incontro con italiani in visita. In poche settimane abbiamo accolto, seppur di passaggio, la Monica e Francesco, in luna di miele… poi Adriano (fratello di Don Corrado) e la Giorgia per 40 gironi. Poi è stato il turno di una scheggia impazzita del Gruppo Mission (Micio, Pio, Fabri e Monica) qui per una settimana. Per 3 giorni resterà con noi Francesco Agnetti, un caro “mission” che ha deciso di passare le ferie qui ma in modo indipendente. E sabato, dopo il contatto con la realtà degli indios nel Mato Grosso (con Federico Toscani dell’ong Operazione Mato Grosso), il Gruppo Mission vero e proprio arriverà qui. Resteranno davvero pochi giorni ma stiamo preparano coi ragazzi della parrocchia una 4 gironi bella intensa. Saranno loro, al rientro, a raccontarvi.

Tutto questo movimento lo vivo su vari piani. Per un lato è una “anticipazione” del mio viaggio. Dopo mesi di lontananza dagli amici italiani, loro vengono qui. E subito dopo io rientro. Un piccolo antipasto, insomma!! Ma prima che questo è una opportunità formidabile che mi è data per sperimentarmi nell’accoglienza. Io sono stato accolto da questa comunità brasiliana (ma quante persone, nei miei viaggi degli anni passati, mi hanno accolto e si sono preoccupate per me!!) e ricambio, nel mio piccolo, accogliendo i miei amici italiani. Tutto questo movimento di viandanti è inoltre un rivivere il mio primo viaggio in Brasile. La maggioranza dei quindici del GM sono alla loro prima esperienza di missione. E’ un viaggio delicato, desiderato, sognato, costruito da lontano… Mi ricordo del mio primo viaggio, sempre col GM ma nel 2000, qui in Brasile. Per me una esperienza molto forte, che mi ha bruciato dentro. Al ritorno da quel viaggio scrivevo i miei pensieri e mi ricordo ancora una frase, che ha marcato quell’epoca e lascia ancora un segno: “oggi ho aperto una parentesi nella mia vita che non voglio più chiudere…” E allora penso a questi giovani ragazzi, pieni di entusiasmo, che hanno accettato di lasciarsi mettere in crisi da realtà così lontane da casa. Ognuno di loro ha una motivazione, una disponibilità, un perchè che da un senso a questo viaggiare. Cercherò di fare del mio meglio per aiutare questa nostra realtà di periferia ad entrare dentro i loro cuori e lasciare un segno. Tutto il resto è nelle mani del Signore.

Col piccolo gruppetto che ci ha appena lasciati, la scheggia impazzita dei mission, ho avuto una fantastica occasione per conoscere da dentro la realtà del “condomino fechado” (condominio chiuso): è un intero quartiere, costruito in diverse fasi, al quale è proibito l’accesso ai non autorizzati. Muro perimetrale inscavalcabile, entrata con sbarre, telecamere, guardiani armati, metal-detector… per entrare abbiamo dovuto contattare l’ufficio vendite (qui si sa che gli italiani, nonostante fossimo arrivato su una UNO non certo nuova, hanno i soldi!) e siamo così stati accompagnati in un giretto di perlustrazione. Una villa più bella dell’altra, strade deserte e pulite, giardinetti innaffiati. Alcune case costruite in stile neo-classico, altre in bellissime forme tipiche del cubismo e del minimalismo. Che di minimal qui c’è solo lo stile perchè i prezzi sono ovviamente da capogiro! I quartieri, che fanno parte dello stesso complesso, hanno in comune un bellissimo lago artificiale con possibilità di pescarci. Il tutto si sviluppa su dolci pendenze e questo da respiri a viste mozzafiato sulla città. Sono case di avvocati, di politici, di cantanti di fama nazionale…

Il giorno prima eravamo stati, con gli stessi ragazzi, nella nostra favelina qui vicino a casa. Strade sterrate, casette arroccate su pendenze improponibili, bimbi da tutte le parti. E’ il Bico do Pato di cui vi ho già parlato. Abbiamo cioè toccato, e in rapida successione, realtà così diverse e così tipicamente brasiliane. Un pugno nello stomaco che fa male, che deve fare ancora male. Un pugno di egoismo che non deve lasciarci tranquilli. Un divario, una forbice (come dicono i tecnici), che grida allo scandalo e alla giustizia. E volo subito li da voi. Penso dentro di me a situazioni per un lato così simili, di casa nostra, della nostra bella Parma. E poi penso a tutte le persone che ci aiutano, che si responsabilizzano, che condividono, che accettano la sfida di pensare al mondo a come una unica grande famiglia universale in tanti modi che solo lo Spirito Santo può limitare.

E vado a letto con esempi parmigiani di solidarietà strabilianti. E vado a letto un po’ più sereno, ma con tanta e rinnovata voglia di giustizia.

Vi abbraccio col cuore.
Paolo

Koumi (Ciad)

Carissimi Giorgio, Carla, Simonetta,
è un periodo molto intenso quello che sto vivendo e mi è difficile sedermi a tavolino per fare la corrispondenza. Io sto bene. Gli impegni comunitari ed apostolici, lo studio del Massa e la scoperta del nuovo ambiente in cui vivo, mi riempiono la vita e mi fanno sentire felice al posto che occupo, nonostante le inevitabili difficoltà.
In casa ci sono con noi Nadine e Delphine, le due “aspiranti Saveriane” e spesso passano con noi qualche giorno due altre ragazze. E’ Emerenziana che si occupa in particolare di loro, ma Giulia (Pirovano) ed io offriamo la nostra collaborazione con temi specifici di formazione umana e cristiana. Betti rientrerà dal Brasile il 7 settembre e ci darà una mano anche lei.
Anche se la campagna di alfabetizzazione delle ragazze è finita in maggio, Giulia non ha mai smesso di lavorare per preparare materiale che le servirà l’anno prossimo. E’ ammirevole alla sua età. Io, da giugno, non vado al dispensario di Magaw a causa della pioggia che rende le piste impraticabili. Ma, a casa, faccio un pò di consultazioni perché anche per la gente è difficile raggiungere a piedi il dispensario più vicino e spesso ricorrono a me che sono “obbligata” ad avere un po’ di medicine a disposizione.
Il mese di luglio sono stata a Bongor per sostituire un infermiere ciadiano (cha ha preso le ferie) al CEDIAM: è una struttura diocesana in cui ci si occupa dei malati di AIDS. Si preparano psicologicamente le persone che vengono, spontaneamente, a fare il test, si fa il test poi si incontrano di nuovo tutte le persone, una ad una, per comunicare il risultato; si studia con loro un piano di azione, si offrono consigli e appoggio appropriati, si accompagnano i sieropositivi, si curano le malattie opportuniste, si fa ogni tanto un esame di controllo degli anticorpi, si riferiscono in ospedale i casi gravi che necessitano cure specifiche. Detto così sembra routine, ma per me è stata un’esperienza UNICA, che mi ha preso mente, cuore, corpo. Annunciare ad una persona che è sieropositiva, prelevare il sangue a bambini nati da madre sieropositiva, incontrare lo sguardo disperato di chi sente che la vita gli sfugge dalle mani, incoraggiare giovani disorientati con risultato negativo ad assumere un comportamento diverso che riduca il rischio di contaminazione, conoscere Fansu Robert, un bimbo di 9-10 anni, orfano di madre morta di AIDS, padre alcoolizzato, bimbo che viene da solo a prendere regolarmente le sue medicine e che un giorno è scoppiato a piangere davanti alla siringa con cui dovevo fargli il prelievo; andare a far visita a domicilio a un malato che fa un pò l’idiota un pò l’aggressivo e che per questo, ma forse anche per paura della contaminazione, è stato abbandonato da tutti e non ha più voglia di reagire (lo scuotiamo e il giorno dopo abbiamo la gioia di vederlo arrivare al CEDIAM con un motociclista per ritirare le sue medicine); vedere la gioia di due fidanzati il cui risultato è negativo, il coraggio di coppie malate che fanno di tutto per curarsi e continuare ad occuparsi dei loro figli.. Ho vissuto tutto questo con Anna, una volontaria tedesca che ha fatto dono di più di 10 anni della sua vita al Ciad e che si prepara a ripartire per il suo paese tra qualche mese, dopo aver passato le consegne a Roza, una suora polacca che vive a Bongor. Koumi, PURTROPPO, è a 40 km da Bongor e per arrivarci ho dovuto prendere una moto-taxi (adesso dovrei passare per il Cameroun, cioè aggiungere alla moto due passaggi del fiume Longone in piroga).. Inutile dirvi quanto questo servizio mi ha appassionato e quanto mi sarebbe piaciuto di poterlo assumere!
Stasera, mentre vi scrivo, sono di nuovo a Bongor in compagnia di una quindicina di colleghi e di due medici per studiare l’integrazione nei nostri dispensari della PTME(prevenzione della trasmissione del HIV dalla madre al bambino) sotto il patrocinio di UNICEF. L’iniziativa è ottima, ma la difficoltà per me di accedere a Magaw buona parte dell’anno, è un handicap per la nostra équipe….
Come forse avete già saputo, abbiamo passato circa tre settimane insieme con Adriana (sorella di Silvia) tra viaggio e corso di formazione permanente sulla vita religiosa a Yaoundé. E’ stata una bella occasione di ritrovarci e una bella testimonianza per gli altri religiosi, quasi tutti africani, che erano con noi. C’era anche Irma, messicana, che voi conoscete. Il viaggio era suddiviso in tappe successive: piroga, moto, pulmino, treno, taxi.. A parte un po’ di fatica normale, non solo abbiamo ben approfittato della formazione, ma ci siamo anche divertite. Grazie anche alla vostra amicizia.
Grazie per la lettera e per l’offerta.

Come vedete il computer c’è, ma non INTERNET….Radio Terre Nouvelle la riceviamo e l’attuale direttore è P. Marco Bertoni, appena rientrato dall’Italia.
Ricordiamo sempre vicendevolmente nella preghiera. Salutate tutti gli amici
Un abbraccio fraterno
Silvia