Tutti gli articoli di Admin

Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
spero che il caldo estivo della nostra Parma vi lasci ogni tanto un po’ di tregua. E, ovvio, la mancanza di qualche buon gelato si fa sentire. A dire il vero il gelato esiste anche qui, ma nulla a che vedere con la varietà e la qualità di casa. Però si trovano gelati fatti con la frutta di qui, con nomi e gusti impensabili !!
Nell’ultima visita ai meninos de rua chi incontriamo? Una bella ragazza di 19 anni, dai tratti tipicamente indigeni e un bellissimo sorriso. Ci racconta che è li occasionalmente per trovare suo fratello e riportarlo a casa, in una città a più di 300 km da qui. Nata a Goiania si era poi trasferita con 12 anni a Itumbiara dove la sua famiglia aveva occupato un pezzettino di terra nella periferia della città. Una occupazione dei “senza tetto” fatta su terra comunale. Più di 100 famiglie. Sono occupazioni che avevo conosciuto un poco in Belem, anni fa. È una lotta ai limiti della legge per il diritto alla residenza. Chi la considera una lotta per un diritto umano, un cammino di giustizia… e chi la vede come una invasione impropria e da reprimere, se necessario nella violenza. E la conversa continua e prende respiro. E allora comincia a raccontarci, parlo al plurale perché l’Elena era con me, del problemino con le droghe: “no, non sono una drogata… però se non mi fumo uno spinello alla mattina presto non mi viene fame e non mangio fino a notte”. Comunque sia non è una menina de rua e questo non so perché ma mi riempie il cuore di allegria. La scoperta “bomba” arriva quando ci parla tutta sorridente dei suoi due bimbi. L’ultima bimba l’ha avuta 4 anni fa e si chiama Alicia. Sussulto un attimo. Indaghiamo un poco ed abbiamo la conferma che è la stessa bimbetta di cui vi scrivevo nell’ultima lettera!
Una delle settimane più intense che abbiamo recentemente vissuto è stata quella col Gruppo Mission. Come ormai tutti gli anni ci sono venuti a trovare. Arrivano con loro tante valige piene di “mata saudade”: salumi vari, Parmigiano, foto del matrimonio di Ale, cioccolata, vino di quello buono, olio extravergine, ecc. ecc. Addirittura è arrivato uno stracchino e un po’ di gorgonzola per il nostro amico Romeo! Bellissimo. Sono piccole cose ma ci fanno capire l’affetto di tanti amici lasciati in Italia. Peccato che arrivati a San Paolo la dogana abbia intercettato 3 salami… che sono rimasti la!! Lasciamo le prelibatezze culinarie di casa per due parole sul Gruppo Mission di quest’anno.
A differenza dell’anno passato i giovani mission sono rimasti con noi per una settimana intera. Sette giorni incastonati di incontri meravigliosi, a volte crudi e taglienti, ma sempre pieni di fede vissuta e di speranza. Abbiamo visitato alcune delle famiglie del progetto “adozione a distanza” della Caritas Children; fatto domande a queste donne lottatrici e fragili sorprendendoci per la saggezza semplice delle risposte; abbracciato i bimbi di tutti i tipi e scherzato un po’ con loro. Credo che la sera più toccante sia stata la visita alla nostra piccola favela, una montagnola ripida occupata e riempita di baracche. Siamo poi riusciti a visitare l’ufficio vendite del luogo residenziale più “IN” di Goiania, il condominio Alfaville. Case da sogno, o super moderne o in stile neo-classico, che creano un quartiere enorme senza accesso per gli sconosciuti. Vetrate immense, giardinetti curatissimi e guardie armate dappertutto. Il tutto protetto dalla violenza del mondo esterno con una recinzione di 5 metri. I proprietari sono i super-ricchi di Goiania (il nostro sindaco, il capo del nostro stato, cantanti famosi, politici, avvocati di successo,…). Sono in briciole i rappresentanti del divario ricchi-poveri di cui il Brasile è ancora tristemente uno dei leader mondiali (vedi anche lettera n° 21). Ma al di la di tutto credo che questo gruppo abbia sperimentato con mano l’accoglienza e l’attenzione di questa gente. Accolti in alcune famiglie hanno saputo creare legami molto belli nonostante le difficoltà della lingua. Hanno dimostrato di essere giovani entusiasti e aperti all’incontro con l’altro. Sono stati per me un dono per guardare questa realtà con occhi rinnovati. Il loro stupore davanti a realtà per me ormai abituali mi ha ridato slancio e sensibilità.
Grazie ragazzi.

Vi abbraccio forte, tutti
A presto
Paolo

Ps: una casa nell’Alfaville, di medio livello, costa come un appartamentino nel centro storico di Parma… fate voi i calcoli sul divario tra ricchi italiani e poveri brasiliani…

Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
come vedete dal titolo di questa lettera oggi non sarò particolarmente breve. Cercherò di fare del mio meglio in quanto a sintesi, ma quando lascio passare più di 25 giorni tra una lettera e l’altra… le cose si accumulano. E di quante situazioni, comunque, non riesco a parlare!!
Quindi, andiamo con ordine:
1)Alicia nella rua
Episodio ormai di qualche settimana fa, ma che resta uno di quegli incontri che segnano, che non so perchè mi ha riportato alla mia esperienza di Belem do Parà, anno 2002. In una visita ai meninos de rua, sempre con Irmà Ana, abbiamo trovato diverse persone adulte e tre bambini. Sono due famiglie che provengono dal Minas Gerais e cambiano spesso posto. Hanno trasformato il loro angolo di marciapiede in un piccolo accampamento. Una latta d’olio vuota, con le opportune aperture di ventilazione, è il nuovo fornello da campo. La fiamma alimentata dall’alcol per le macchine (derivato dalla canna da zucchero, qui è una reale alternativa economica alla benzina) è ben rossa e annerisce una padellina nella quale friggono pezzettini di carne. Come arriviamo gli adulti ci salutano con non troppo calore. Una signora è chiaramente ubriaca, molto molto magra. Un altro ragazzo ha gli occhi rossi… Un altra signora, che scopro poi avere la bellezza di 20 anni e 3 figli, ha in braccio un bebè. Spuntano dalle retrovie tre monelli. Poche parole, un sorriso, una domanda… già ci abbracciano e non ci lasciano più. La più piccola, Alicia, ha un musetto che mi ricorda tantissimo le bimbe di Belem, ricordi di ormai qualche anno fa. Ecco che nel momento di andare via Alicia guarda negli occhi Irmà Ana e le dice: “portami via con te, per favore, non mi lasciare qui… la notte è troppo fredda e abbiamo sempre fame”
2)Sono arrivati Adriano, fratello di Don Corrado, e Elena Maradini. Una presenza che ci fa molto bene, rompe un po’ i ritmi (domestici e lavorativi) e allontana la nostalgia di casa. Adriano è ormai un abitudinario, è diversi anni che passa le ferie estive qui da noi, e aiuta tantissimo nelle attività sportive, oltre ad essere un bravissimo cuoco e un vero “tuttofare”. L’Elena è una signora piena di grinta, che già parla bene il portoghese, e che sta aiutando soprattutto nei progetti di rinforzo scolastico. Si è subito inserita e tutti le vogliono già bene. Resteranno qui due mesetti… una bellissima risorsa per noi e la nostra gente!
3)Ho trovato nel CIA (Centro Internaçao Adolescentes, il carcere minorile di Goiania) un vecchio conoscente. E’ Jefferson ed è lui a riconoscermi. Mesi fa lo avevo accompagnato ad una riunione del NATA (comunità terapeutica) perché sembrava che volesse uscire dal mondo delle droghe. Poi non avevo più saputo nulla. E adesso lo ritrovo dietro le sbarre. Non parliamo molto, è ancora nelle celle di isolamento dove restano per 3 giorni i nuovi arrivati. Mi spiega che ha ucciso un ragazzo per legittima difesa ma che è arrivata subito la polizia, è scappato… un poliziotto gli ha sparato con un fucile a pallettoni e lo ha preso in una gamba. Mi mostra le bende… Mi ha chiesto di andare a trovare sua mamma e di dirle che sta bene, abitano in un quartiere non lontano.
4)La Talita (vedi lettera 25 e 13) sta facendo un corso di pittura abbastanza qualificato. Mi ha mostrato i suoi primi due quadri e sono rimasto a bocca aperta. Credo che la ragazza abbia davvero talento. Spero riesca a prepararne qualcuno per portarlo in Italia a settembre, al mio prossimo ritorno. Sarebbe una soddisfazione grande guadagnare qualche soldino con la propria arte. Continuiamo a incoraggiarla e a pregare per la sua camminata!!

Vi abbraccio forte
A presto
Paolo

Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
il freddo è arrivato e non si scherza!! Una perturbazione dal sud ha portato il termometro a raggiungere i 5 gradi durante la notte. Alla faccia di chi mi aveva detto che qui non fa mai freddo!! Speriamo che questa ondata di freddo, che ha colto i brasiliani totalmente impreparati, passi alla svelta. Il clima anche in Brasile, ma già non è una novità, sembra stia cambiando. E così nel nord-est, la zona più arida e calda del paese, è da qualche settimana che si stanno verificando inondazioni del tutto eccezionali. Chiesto lo stato di calamità nazionale, arrivano aiuti da tutto il Brasile in una bella catena di solidarietà, così come mesi fa era successo a Santa Caterina, nel sud.
Chiaro che cominciare una mail raccontandovi del tempo che fa qui… potrebbe sembrare che stavolta non abbia nulla di bello da raccontarvi, ma non è così!
La settimana scorsa, nella consueta visita ai meninos de rua, abbiamo incontrato dopo più di un anno il tenente Sampaio. Chi si ricorda di lui? E’ insieme a Flores il poliziotto più temuto dai ragazzi di strada (vedi lettera n° 1 e 27). Dicono che è uno “psicopata”, cattivo come pochi, che gode nel far del male. Molto giovane e già tenente. Una volta Robinho ci aveva raccontato di essere stato chiuso nel bagagliaio della macchina della polizia insieme ad un lacrimogeno acceso. Lo hanno lasciato li per poche decine di secondi, ma si è sentito la morte addosso… Bene, ero con Irmà Ana davanti alla cattedrale (i ragazzi ultimamente si sono spostati qui) quando arriva una vettura della Polizia Militare. Scende Sampaio, ovviamente con la pistola in mano, e ci chiama in un confronto privato. I meninos in 5 secondi si defilano, lasciano fogli e pastelli sparsi sull’asfalto. Resta solo M, che poco alla volta si avvicina spinto dalla curiosità. Inizialmente Sampaio ci spiega con una certa fermezza che vuole un incontro urgente tra noi, lui e il vescovo. Persone “di peso” abitano vicino alla cattedrale e sentendosi scomodate dalla presenza dei meninos voglio liberarsi del problema. E secondo queste persone importanti noi staremmo difendendo e aiutando i piccoli delinquenti. Inizia una chiacchierata sincera, a tratti ben dura da entrambi i lati. Irmà Ana prende il coraggio a due mani e chiede molto esplicitamente a Sampaio, guardandolo negli occhi, di smettere di accanirsi coi meninos: essere violento con loro è fuori dalle regole e soprattutto non da frutti positivi, solo lascia i ragazzi con ancora più rabbia delle istituzioni. La chiacchierata continua fino alla decisione di incontrarci, invitando varie entità coinvolte col fenomeno dei meninos de rua (SOS bambini, Diritti Umani, esponenti di comunità terapeutiche, ecc.), per aprire una tavola rotonda su come limitare il “problema” dei ragazzini di strada. E Sampaio promette ad Irmà Ana che andrà alla riunione senza pistola… Spero di potervi raccontare presto di questa riunione, ma sinceramente sono molto dubbioso. Credo che il tenente Sampaio si sia lasciato trasportare dai pensieri del momento senza una solida base di idee concrete.
Un’altro incontro interessante è stata la riunione con la moglie del sindaco. Alcuni giorni fa ha invitato i rappresentanti delle comunità cattoliche del comune (due sacerdoti, io e Maria per rappresentare la nostra comunità). Una riunione “a cuore aperto” di più di due ore. Dove ho avuto l’impressione di non essere molto ascoltati. E dove il 98% delle parole sono uscite dalla bocca della prima donna. La moglie del sindaco comincia l’incontro, secondo il classico stile delle comunità evangeliche, con questa frase:
“Alcuni giorni fa il Signore mi ha rivelato, con molta forza e chiarezza, la mia missione. Devo dedicarmi ai minori e bambini sofferenti del nostro comune. Tanto che ieri un pastore missionario, venuto da San Paolo, alla fine di un culto, mi ha cercato e appoggiandomi le mani sulla fronte e mi ha detto che il Signore ha molta fiducia in me e che con urgenza devo difendere i bambini. Avete capito? Con URGENZA!”.
E una quantità di idee bellissime snocciolate una dopo l’altra. Campagne contro la pedofilia, contro la prostituzione infantile, contro la tortura domestica, contro la violenza nelle famiglie… con un programma di “difesa della famiglia a 360 gradi” decisamente interessante, con l’idea di coinvolgere scuole, comunità religiose, gruppi di teatro e capoeira, radio, feste a tema e sfilate nelle strade… ossia tutti i modi possibili per raggiungere i giovani. Seminari specifici nelle scuole e divulgazione dei numeri telefonici per denunciare gli abusi. Per convincerci della necessità di tutto questo ci mostra diverse foto di bambini/e del nostro comune con i segni sul corpo di vere e proprie torture. Foto forti, che nessuno vorrebbe mai vedere.
Che il Signore ci benedica e ci perdoni.

Paolo

PS: qualcuno crede che l’URGENZA della prima donna sia dovuta alle imminenti elezioni politiche regionali, dove lei vorrebbe mettersi in mostra… personalmente non voglio credere a questo pettegolezzo…!!

“Davanti a catastrofi come la shoah, Hiroshima, il genocidio degli armeni, cambogiani… Qualcuno continua a chiedersi – sovente a basso prezzo – “Dov’era Dio?”, invece di chiedersi dov’era l’umanità e dove questa aveva relegato e soffocato lo Spirito santo, presente dappertutto, efficace se accolto anche dal cuore dei non cristiani.” (Enzo Bianchi, Altrimenti – Credere e narrare il Dio dei cristiani)