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Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
l’ultima lettera che vi ho scritto era datata il 18 agosto… senza fare troppi conti mi accorgo che è da due mesi che non mi faccio vivo. E’ vero che nel periodo estivo siamo tutti un po’ più sonnolenti ma il ritardo è stato dovuto al mio rientro in Italia. E come non mai, per una serie di problemi burocratici e non, sono stato davvero di fretta. Fretta per i continui e incalzanti incontri con amici vecchi e nuovi. E’ geniale. Ci pensate? In un mondo che corre troppo veloce e dove non c’è più tempo per le relazioni… le mie ferie sono state “incontro”. Il mio unico impegno, l’unica cosa da fare, è stato cercare e incontrare persone. O lasciarmi incontrare, aspettandole piacevolmente in casa. FANTASTICO!!! E’ una coccola dolcissima al cuore ricevere sorrisi, abbracci, benvenuti. Ed è altrettanto piacevole, incontrando i vecchi amici, avere la sensazione strana di essere andato via l’altro ieri, che in realtà dall’ultimo incontro non sia passato un anno!! L’unica cosa che evidenza il passare del tempo (oltre i capelli bianchi che sempre più guadagnano spazio nella cocuzza) sono i bimbi che crescono. E mi si riempiono subito gli occhi di tutti i figli e figlie dei miei amici, di mio nipotino Romeo in primis. Sono stati giorni davvero di grande gioia. L’Italia, e la nostra Parma, è bella. Ma sempre dobbiamo tendere al miglioramento, senza mai abbassare la guardia (soprattutto sul fronte immigrazione-accoglienza e egoismo-consumismo) e senza abituarci agli attriti sociali che sono belli nitidi. E imparare ad interessarci un po’ di più degli altri. Troppe volte siamo ancora chiusi in noi stessi e nelle nostre famiglie. Se la nostra società riuscisse a migliorare anche solo un poco, con prese di posizione concrete, su questo aspetto… nei miei rientri vedrò un’Italia sempre più bella. Nell’idea di provare ad essere un piccolo ponte tra due mondi diversi, Italia-Brasile, è necessario essere strabico: un occhio di qua e l’altro di là. Buffo vero? Però è così. Devo imparare a conoscere e inserirmi in questa realtà (la camminata è appena cominciata) ma senza perdere di vista la mia radice italiana. E in questo gioco di sguardi tutti abbiamo da guadagnarci arricchendoci e migliorandoci!
Il tre novembre arriverà qui Sara, la prima (speriamo non unica!!) ragazza del Servizio Civile all’Estero. In accordo con la Caritas di Parma ci apriamo a questa nuova esperienza. Dopo 3 mesi di corsi di preparazione in Italia arriverà qui e vi resterà per 9 mesi. Sarà un aiuto molto importante per noi e per tutti i progetti sociali che stiamo portando avanti. Un bella sfida !!
La Chiara è attualmente in Mato Grosso e nell’ultimo contatto sembrava fosse diventata la migliore amica degli indios. Qualcuno parla di matrimonio col capo tribù xavante… (se i suoi genitori mi stanno leggendo… ovvio che scherzo!!).
Sempre in novembre, escludendo cambi di programma dell’ultima ora, verrà a trovarci il nostro vescovo di Parma. Resterà davvero pochi giorni ma siamo contentissimi perchè riuscirà a capire un po’ meglio la nostra realtà. Speriamo che se ne innamori e possa così tornare altre volte!!
Il rientro in Brasile è stato ottimo e sarà ricco di nuove iniziative. Ma per adesso non vi anticipo niente.
Dato che non siete più abituati a leggermi non mi dilungo oltre. Buona idea vero?!?!?
Vi abbraccio forte, tutti.
Il Signore ci benedice.
Paolo

ps: un ringraziamento davvero speciale a tutte le persone che con ammirevole generosità stanno permettendo il mio essere qui, specialmente alla comunità del Maria Immacolata (e del San Luca), al Centro Missionario Diocesano, al Gruppo Mission, al San Giovanni
Battista, ai miei ex colleghi dello Studio Gerboni,….. , ….. GRAZIE !!!

Bafoussan (Camerun)

Cari fratelli e sorelle del Gruppo Missionario

E’ con vero piacere che vi invio oggi questa lettera che, lo spero di tutto cuore, trovi ciascuno di voi in buonissima salute.
E’ un pò di tempo che non abbiamo notizie gli uni dagli altri, ma oggi ci viene offerta l’occasione per mezzo di questo scritto. Le vacanze sono finite e la ripresa scolastica e pastorale ha avuto luogo. I ragazzi sono ritornati: come gli altri anni, ne abbiamo una trentina nel Seminario Minore ed una sessantina nell’Internato. Ci sono molti nuovi seminaristi minori. Di coloro che facevano l’ultimo anno lo scorso anno, cinque (5) hanno ottenuto il baccellierato e vanno al Seminario Maggiore. Rendiamo grazie a Dio per questi nuovi operai che Egli prepara per la sua messe, affinché essi vi arrivino tutti.

Quest’anno ci sono oltre dieci (10) seminaristi nella classe dell’ultimo anno e tre (3) che fanno uno stage d’approfondimento per andare l’anno prossimo al Seminario Maggiore.

L’attualità nella nostra diocesi è evidentemente caratterizzata dall’anno sacerdotale indetto dal nostro Santo Padre Papa Benedetto XVI a tutta la Chiesa. I preti escono in effetti dal loro ritiro d’inizio dell’anno pastorale, ritiro nel corso del quale abbiamo lungamente parlato di questo anno che ci è consacrato.

Tutta la diocesi è mobilitata attualmente per festeggiare il 10° anniversario dell’ordinazione episcopale del nostro vescovo, Mons. Joseph ATANGA. La messa solenne di chiusura sarà celebrata nella Cattedrale di Bafoussam sabato 19 settembre alla presenza di numerosi vescovi del Camerun e del popolo di Dio di Bafoussam.

Vorrei ribadire tutta la gratitudine della diocesi di Bafoussam e di tutti i seminaristi minori in particolare, e la mia personale gratitudine, per tutto ciò che fate per sostenere ed incoraggiare a vostro modo e secondo le vostre possibilità l’opera delle vocazioni nella nostra diocesi.

Che Dio vi benedica e vi doni il centuplo.

Buon anno pastorale a voi e buon anno sacerdotale al vostro parroco.

Fatta a Bafoussam il 15 settembre 2009 nella memoria di Nostra Signora dei dolori. (Madonna Addolorata)

Il Rettore
Abbé Noël SOFACK

Goias (Brasile)

Carissimi tutti,

Adriano, fratello di Don Corrado, e l’Elena sono rientrati. E’ stata una partenza sofferta perchè entrambi, dopo due mesi di Brasile, si erano davvero ambientati creando (rinnovando nel caso di Adriano dato che dal 2006 ad oggi no ha perso un’estate!) legami forti e profondi con la gente di qui. E’ bello e pieno di significato, per me e Don Corrado, poter dare ospitalità ad amici italiani che decidono di mettersi in gioco, sporcandosi le mani con passione. A volte sono esperienze che si ripetono, altre volte sono passaggi isolati. Quello che importa è che siano giorni di condivisione e allegria. Tutto il resto è nelle mani del Signore!!
Volevo chiedere all’Elena prima di partire di scrivere un pensiero per voi, miei amici di tastiera. La velocità degli ultimi giorni l’ha impedito. Ecco allora che copio qui in basso alcune parole che credo possano essere un augurio per tutti voi:
“Scrivi sulla sabbia quello che hai dato, scrivi sulla roccia quello che hai ricevuto”
Ieri è morta la mamma dell’Ana Carolina, una delle primissime bimbe entrate nel nostro progetto di adozione a distanza (gennaio 2007). Tutti gli italiani che sono passati di qui in questi ultimi anni l’hanno conosciuta. Era una della “tappe d’obbligo” perchè incarnava l’essenza della donna brasiliana che lotta giorno per giorno con fede e coraggio. La mattina della sepoltura, parlando con due sorelle che la conoscevano molto bene, scopro che Maria Das Neves era nata in Brasilia e cresciuta in una famiglia che non era la sua, legata al piede con una catena, nel cortile, facendo la stessa vita di un cane. Correndo e piangendo, ferendosi mani e piedi, picchiata, un tentativo di abuso di un presunto zio… fino a quando un giorno una bambina vicina di casa, capendo che quelle grida e quei rumori non erano normali, scavalca di nascosto la parete e scopre l’orrore. Chiama subito i vigili del fuoco che aprono una breccia nella parete e la portano via. Maria Das Neves, con soli 10 anni, fugge da quella casa e con la complicità dell’amica si trasferisce a Goiania, nel nostro quartiere. Arrivano i figli (Tiago, Marcelo, Eliane e l’Ana Carolina con soli 15 anni), il marito muore prematuramente (forse un infarto, mentre era nel bagno) lasciandole un compito molto impegnativo. Si trova a dover crescere i figli in un contesto sociale dove dilaga la violenza e le droghe. I due figli maschi entrano presto nella dipendenza degli stupefacenti e diventano piccoli spacciatori; Eliane resta incinta ancora minorenne da un piccolo trafficante, oggi suo compagno… l’Ana Carolina tiene duro e continua ad essere una brava adolescente, obbediente alla mamma, abbastanza responsabile in casa, brava a scuola… un piccolo fiore nato sul cemento. E già anni fa, iniziando i problemi dentro di casa, Maria Das Neves ha cominciato ad ammalarsi. Prima semplici formicoli alle gambe e poi una escalation che l’ha portata alla sedia a rotelle e a dolori fortissimi alla colonna. I medici non c’hanno mai capito molto ma i problemi erano comunque diversi. Qualcuno dice che era soltanto una grave e profonda forma di somatizzazione dei problemi coi figli. Difficile da dire… Due settimane fa, con acqua di casa tagliata per ritardo nel pagamento della bolletta e il conto in banca misteriosamente azzerato (riceveva ogni mese un salario minimo, la pensione di reversibilità dello sposo defunto), ha avuto una crisi psicotica. L’hanno internata in un ospedale psichiatrico per pochi giorni e hanno scoperto che aveva l’epatite B (forse contratta in una recente trasfusione di sangue). Passata l’emergenza è stata ricoverata nell’ospedale delle malattie tropicali della città dove è rimasta alcuni giorni. Il quadro clinico in continuo peggioramento. In attesa di essere passata nella sala di rianimazione, dove per mancanza di posti non è mai arrivata. Muore all’alba per infezione generalizzata. Maria Das Neves è ricordata come una donna che ha sofferto molto, fin da bambina, ma che non si è mai lamentata. Sempre molto accogliente le piaceva “perder tempo” chiacchierando. La sua casa negli ultimi mesi, non si sa se per spirito di accoglienza o per imposizione dei figli, era diventata un piccolo dormitorio aperto a tutti. Credo anch’io, come diverse persone che l’hanno conosciuta, che questa donna abbia trovato finalmente la pace.
Ricordiamo la sua anima nelle nostre preghiere e che i suoi figli possano godere della sua protezione.
Vi abbraccio forte, tutti.
A presto
Paolo