Credo che da quando sono qui non abbia mai lasciato passare tanto tempo tra un
lettera e l’altra. I più attenti si chiederanno: cosa succede?. In realtà nulla
di straordinario, ma una serie di impegni mi stanno rubando diverso tempo. Tra
questi la progettazione-costruzione di quella che sarà la nostra casa in cui
andremo appena sposati. E’ proprio qui vicino, 150 metri dalla canonica in cui
oggi vivo con Don Corrado. La canonica resterà nel futuro un punto di
riferimento sia lavorativo sia psicologico. La vicinanza mi aiuterà molto. La
costruzione in se per se è un piccolo grattacapo, perchè nonostante io sia
dell’area qui molte cose sono diverse dall’ Italia. Quindi sto cercando una
mediazione tra il nostro modo di costruire e le abitudini locali. Comunque sia,
grazie anche all’accompagnamento di amici italiani (grazie Niko!!!), la casa
avrà un buon tempo di vita utile. Abbiamo cominciato i lavori lunedì 10 maggio,
con almeno tre settimane di ritardo sul cronogramma. Il modello di casa, che io
e la Leide abbiamo trovato molto vivibile, è identico a quello di un nostro
amico che abita qui vicino, Maikon. Chi è stato qui sa chi è !! Costruire la
propria casa, fin dalle prime fasi progettuali, è molto avvincente. Diverse
sere passate al pc disegnando e ritoccando il progetto insieme alla Leide. E
Don Corrado, scherzando, chiedendoci dove avremmo messo il quadro, il
portasciugamani, l’interruttore… Se tutto procederà come previsto la casa
dovrebbe essere pronta per il nostro matrimonio, o forse appena dopo. Cosa
voglia dire questo forse appena dopo è tutto da scoprire!!
Dopo questa parentesi di vita quotidiana vi voglio parlare un po’ di una
ragazza. Si chiama Isidoria ed ha 17 anni. E’ una menina de rua che da 4
settimane è accolta in una struttura comunale chiamata Casa das Flores (alla
lettera: casa dei fiori). Un giorno ricevo la telefonata di Immacolata,
funzionaria della casa di accoglienza provvisoria che lavora con molta
passione. Il mio contatto le è stato passato da Irmà Ana, che ormai tutti
conoscete. Mi vuole parlare di Isidoria e mi invita ad incontrarla. Alcuni
giorni dopo sono là ed ho l’occasione stupenda di poter conoscere la ragazzina.
L’idea è quella di conoscerla un pò, per poi farvela conoscere e vedere se
qualcuno di voi possa aiutarla. Lo stesso processo che più di un anno fa
avevamo fatto con la Talita, raggiungendo un successo meraviglioso. Ancora una
volta sento di funzionare come un ponte, mettendo in contatto realtà lontane.
E mi piace pensarla così perchè in fin dei conti questo è uno degli scopi che
mi sono dato. E’ una globalizzazione che coinvolge persone vere, concrete, con
sentimenti, speranze e sogni. Persone che possono entrare in contatto,
scriversi una lettera e scambiarsi una foto. Non è cioè quella globalizzazione
del minestrone mediatico dove tutti sanno di tutti ma dove nessuno si sente
fratello e sorella di nessuno…
Bene, vi dicevo di Isidoria… Come le chiedo quanti anni ha e se ha dei
fratelli comincia a parlare e non mi lascia più il tempo di fare altre domande.
Parla della propria vita per quasi un ora senza interruzioni. Sembra un piccolo
flusso di coscienza. Toccando anche episodi molto delicati e intimi con
apparente scioltezza. Provo a farvi un riassunto non facile…
Mamma e papà trafficanti e viziati nelle droghe. Dai 4 ai 7 anni la mamma è
in prigione. La tira su una sorella poco più grande e il papà, per lo più
assente. La mamma esce di prigione e alcuni mesi dopo il papà è ucciso da altri
trafficanti. La mamma continua ad usare droga. Dentro di casa solo droga…
Isidoria si ricorda che giocava coi sacchettini della droga e che la mamma la
picchiava. Un giorno, con 8 anni, ruba alla mamma una sigaretta di mariuna
(senza ben sapere cosa fosse) e sale su albero di manga vicino a casa. Si
nasconde tra i rami e prova a fumare. Rintontita cade battendo la schiena e
resta per più di mezzora sdraiata a terra cercando di chiedere aiuto ma senza
che la voce uscisse dalla bocca. Fino a quando, recuperata un pò dal trauma,
riesce a risollevarsi. Mentre racconta questo episodio ride, e da tanto ridere
le vengono le lacrime agli occhi. Poi subito si ricompone. Continua il
racconto. Morto il papà, il nuovo compagno della mamma cerca di violentarla.
Isidoria racconta il tentato abuso alla mamma che non le crede, o che comunque
preferisce prendere il lato del nuovo compagno piuttosto che della figlia. Si
crea una tensione che sfocia nella fuga di casa con una amica vicina di casa.
La sera stessa della fuga incontrano due ragazzi, di macchina, che le portano
in Mato Grosso. Non ha un brutto ricordo di questi ragazzi, anzi, con uno è
rimasta per tanti anni in contatto. L’esperienza del Mato Grosso si conclude
comunque con un ritorno a Goiania in autostop, alla bellezza di 13 anni. E il
successivo ingresso nella rua, droghe, mancanza di regole… varie cicatrici
nel corpo (tra le quali una molto vicina all’arteria del braccio, zona
ascella). Era diventata pelle e ossa, bruttissima, come lei stessa si
definisce. Dice di se che un cane randagio aveva più dignità di lei. La svolta:
la sua più cara amica di strada viene uccisa. Questo evento tragico la sveglia.
Decide di cercare aiuto e di uscire dalle droghe e dalla vita di rua. Entra
nella Casa das Flores e dopo 5 settimane, recuperando qualche chilo, ci
incontriamo. Il giorno dopo l’ingresso nella comunità terapeutica femminile, la
stessa dove la Talita aveva fatto la sua camminata. Se tutto andrà per il
meglio la sua camminata durerà 9 mesi. Ho percepito la grande determinazione e
serenità di Isidoria, anche se sappiamo per esperienza che liberarsi dal crack
non è cosa affatto semplice! La comunità terapeutica chiede un contributo
mensile di circa 90 euro al mese. Se riuscissimo, come con Talita, a fare una
cordata, unendo il contributo di 2-3 persone… sarebbe stupendo!! Isidoria sta
già scrivendo una lettera per ringraziare le persone che la aiuteranno, pur non
sapendo ancora i loro nomi.
Vi abbraccio forte, tutti.
Il Signore ci benedice.
Paolo