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Worcester (USA)

Carissimi don Francesco e Comunità di S. Paolo,

Come stai? Ti penso bene e così tutta la Comunità.
Ho ricevuto i vostri auguri di Natale, e con le vostre firme ho visto anche i vostri volti. Grazie
per il ricordo e la preghiera che contraccambio di cuore.

Sono un po’ in ritardo nel rispondere..! Ora approfitto di una sorella di passaggio per
mandarvi qualche notizia e per anticipare gli auguri pasquali.
Io sto bene e tra poco più di un mese compio un anno della mia presenza in USA. Non mi
sento ancora del tutto ben definita, piuttosto sono come una vetrina in allestimento con qualche
pezzo ancora da sistemare. Per esempio, non ho ancora definito il lavoro di volontariato e sono
in attesa di una risposta da una parrocchia per un programma di visite alle famiglie e ai poveri.
Vorrei anche continuare a frequentare qualche corso serale d’Inglese per non perdere quanto ho
guadagnato. Ma è come quando si costruiscono le case dove non può venire il pittore se prima
non è venuto l’idraulico. Così i tempi si allungano ed insieme anche la pazienza!

Quest’inverno abbiamo avuto tanta neve che mi ha dato un po’ di lavoro per spalare. E non
è ancora finito..! Anche voi l’avete vista alla televisione.
Comunque nello Stato del Massachusetts, dove siamo noi, non ci sono stati danni
gravissimi, ma sotto il peso della neve e del ghiaccio sono crollati circa 100 tetti di capannoni
e di case. Vi mando qualche foto della neve della nostra casa di Worcester. In questi giorni ne
aspettiamo ancora, ma non in grande quantità. Speriamo! I budget delle città sono andati tutti in
rosso per tenere le strade pulite.

Come in tutto il mondo, come in Italia, anche qui la realtà non è tanto florida. Tutte le sere
alla TV parlano di conti da far quadrare, ma nessuno sa come fare perché manca la materia
prima: i dollari..! L’unica risoluzione che sembra rimanere è quella di “tagliare”. Ma cosa? I
programmi sociali in aiuto alle famiglie e alle persone povere e disagiate: salute, scuola , stipendi ,
lavoro. Qui non c’è uno Stato sociale e neppure una mentalità assistenzialistica e non c’è niente di
gratuito. E’ su questo sfondo che fiorisce il volontariato con tutte le varie iniziative. Non tanto come
fatto caritativo, ma come senso del bene comune e della solidarietà che unisce le persone fra loro
in una reciproca solidarietà. C’è un linguaggio comune per definire il paese o la città “Comunità” .
Il Sindaco non parla di “gente” o di “paese”, ma di Comunità e chi promuove attività lo fa per
la “Comunità”. Tutti in un certo modo, dai piccoli ai grandi, si sentono responsabili della comunità.
Questo non solo a sostegno dei poveri, ma anche a livello culturale, per musei, programmi di
ricerca.

Vi racconto questo fatto simpatico. Un paio d’anni fa una ragazzina di circa 10 anni ha
avuto un male indescrivibile ad un ginocchio. Doveva stare a letto e solo la lettura riusciva a
distrarla un po’. Quando è guarita si è trovata con tanti libri. Così ha pensato di organizzare gruppi
di bambini per aiutarli a leggere e per farli divertire. Ora da tutti gli Stati degli USA riceve circa
60.000 libri che lei diffonde ai bambini che desiderano leggere ma non possono averne. Ce ne
sono tante d queste iniziative ed è positivo che vengano fatte conoscere dalla Televisione. Tante
volte alla fine dei Telegiornali della sera ci sono i programmi: “The person of the week” o “Make a
difference” dove raccontano questi episodi di bene comune.
In questa “America” dove tutto sembra grande ed appariscente, mi piace far emergere
queste realtà che dicono che anche qui “il Regno di Dio è giunto in mezzo a noi”.

Ora vi lascio e vi dico arrivederci alla prossima puntata.

Intanto si avvicina il tempo quaresimale. Vi ricordo e vi affido al Signore perché questo
cammino fatto di preghiera e di penitenza sia illuminato dal Mistero Pasquale di Gesù. E’ in questo
mistero di dolore e di amore che possiamo vedere anche la nostra vita e scoprire che in essa
opera la potenza di Dio e la rende segno della sua salvezza.
“Non è qui è Risorto. Presto andate a dirlo…”
Che questa Pasqua faccia risuonare in noi l’anelito del cuore di tutti i nostri fratelli e sorelle
in attesa di questo annuncio di luce, di speranza e di pace.

Carissimi auguri di Buona Pasqua a ciascuno di voi e a tutti i vostri cari.

Un caro saluto
Laura Canali

Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
sono stato davvero latitante in queste ultime settimane. Ma rieccomi qui con
una nuova lettera dalla terra di missione. Sono passate varie settimane e devo
dire che stiamo vivendo qui un periodo piuttosto intenso. Sembra che la
stagione delle piogge (i brasiliani non si ricordano un anno con tanta
pioggia!!) stia dando una tregua, anche se lontana dal concludersi. Sono state
settimane in cui la pioggia inevitabilmente (soprattutto per chi come me si
sposta in moto) condiziona i tempi lavorativi, rendendo le visite alle famiglie
difficili. Si approfitta per lavorare un po´ di piú al pc!

Ci rendiamo conto come la conoscenza della nostra realtá si stia
approfondendo. Capita sempre piú spesso che conoscendo nuove famiglie che
chiedono aiuto si scoprano legami di parentela con altre famiglie giá da tempo
accompagnate e ben conosciute. Ed é molto interessante perché ci permette di
ricostruire situazioni e storie famigliari a volte ben complesse. Col progetto
di Adozione a Distanza della Caritas Children´s accompagniamo quasi 200
famiglie, e non é poco. Uno strumento stupendo per leggere e cercare di capire
la nostra realtá.

Vengo fuori da una settimana molto bella. Bella e impegnativa. Mi sono
dedicato quasi a tempo pieno ad una famiglia del progetto di AD, con un
obiettivo chiaro e preciso, che abbiamo raggiunto. Da troppo tempo non stavano
ricevendo la bolsa familia (un aiuto mensile del governo per le famiglie piú
carenti, al patto che i bimbi e bimbe studino e abbiano le vaccinazioni in
regola). Mancavano quasi tutti i documenti personali per poter fare
l´iscrizione. La Sandra da sola non é stata capace, credo per mancanza di
determinazione e svogliatezza (!!!), di fare questi documenti. Nonostante le
avessimo giá tentate tutte per spingerla a fare il necessario. Perdendo ogni
mese circa 70 euro. Cosa incredibile da credere per la situazione di estrema
povertá della famiglia. Quindi me la sono messa “sotto braccio”,
accompagnandola fisicamente nei vari uffici. Molti italiani passati di qua
hanno conosciuto questa famiglia! Vi sto scrivendo della Yasmin, della Iara, di
José e Joao (non considero piú il figlio piú grande, adolescente, che sembra
stia diventando menino de rua in Goiania… Maikon). La Sandra, loro mamma, é
un personaggio davvero complesso. Un misto tra menina de rua un po´ troppo
cresciuta e una mamma con qualche rotella di troppo in testa… Elber é suo
marito, papá di tutti i bambini/e… ricaduto (forse non ne é mai uscito) nelle
droghe. Fa lavoretti saltuari. Ogni tanto se ne va a San Paolo o Brasilia,
tornando con qualche soldo in tasca. Cosa faccia cosí lontano resta un mistero.
L´ultima volta é ritornato con una ferita da pallottola… forse é un
“trasfertista”. Non sappiamo e non lo sapremo mai. La Sandra é magrissima, ma
giá 4 anni fa l´avevamo conosciuta cosí. Personalmente credo che usi droghe, ma
probabilmente riesce ancora a controllarsi. Ha tutte le caratteristiche
comportamentali di una menina de rua ma non ha mai vissuto in strada. Anzi…
ho avuto la fortuna di incontrare una signora, agente di salute, che la conosce
da tempo. Mi ha fatto un ritratto di una famiglia strutturata ed equilibrata
caduta in disgrazia. Abitavano in centro cittá, Goiania. Avevano una moto,
condizione di vita dignitosa. Poi hanno dovuto lasciare la cittá e trasferirsi
in uno dei nostri quartieri di periferia. Elber é caduto nelle droghe, nella
marginalitá… fino alla situazione attuale. Anni fa Don Corrado, con offerte
italiane, aveva aiutato la famiglia a costruire una stanza in piú. Abitavano in
una baracca. Oggi é una casina di due stanze, sala-cucina e una camera da letto
dove stanno tutti insieme. La settimana passata hanno tagliato acqua e luce per
non aver pagato le bollette. Qui la scuola é ricominciata, sono finite le
vacanze. Ma la Yasmin, la bimba piú grande che studia al mattino (qui ci sono
tre turni> mattino, pomeriggio e sera), ha giá fatto un sacco di assenze. Non
hanno la sveglia in casa e quindi tutti restano a dormire. E poi forse alla
mamma fa comodo averla in casa perché é lei , nonostante sia ancora una bimba,
che fa da mangiare, riordina la casa e lava qualche vestito con l´acqua che un
vicino impresta. Daremo una sveglietta.

Mi rendo conto, rileggendo, che non sono riuscito a trasmettere il disagio
sociale di questa famiglia. E la preoccupazione che sento pensando alle bambine
e bambini. Vedremo tra qualche anno, nell´adolescenza, quali saranno i frutti
di tutte le cicatrici che si stanno accumulando in questa casa. Tenete a mente
questa famiglia perché ritorneró a parlarne.

Purtroppo vorrei farvi partecipi di un episodio che mi ha turbato non poco. Mi
rendo conto che ancora una volta la mia lettera sta diventando un vero e
proprio OUTING… mi impegno, nella prossima, a raccontarvi solo cose belle!!
Qualche giorno fa un ragazzo conosciuto nel CIA (il carcere minorile dove
faccio catechesi), Kalvinklaine, ha ucciso una educatrice del carcere. È una
storia complessa. Sembra che lei si fosse innamorata di lui quando ancora era
dietro le sbarre e che la relazione sia continuata, fino all´epilogo violento.
Sembra addirittura che lei, con ormai 50 anni, avesse cominciato ad usare crack
insieme al suo “innamorato”, di soli 18 anni. La notizia é passata, ovviamente,
su tutti i telegiornali locali. Nei primi giorni dopo l´assassinato sembra che
ben 5 educatori del CIA si siano dimessi. Il direttore, Joao Luis, si é
lasciato andare ad un piccolo sfogo dove mi ha trasmesso tutta la sua
indignazione, delusione, incomprensione… e anche una grandissima Fede. È
incredibile constatare come questo popolo, anche nelle situazioni piú
disperate, riesca a mettere Dio e il suo amore sopra a tutto… come una
coperta calda che tutto copre e avvolge.

Le mie orchidee (nella prossima lettera vi manderó una foto) stanno per
fiorire., tutte!! Sono davvero bellissime, un´opera d´arte. Ogni notte,
silenziosamente e senza che nessuno se ne accorga, crescono le radici cercando
umiditá, ne nascono di nuove che cercano di incunearsi nel tronco che le
ospita, e si ingrossano i boccioli che presto si apriranno. E chissá di quali
colori saranno questi fiori… Tutto questo in silenzio, senza che gli occhi
distratti se ne accorgano. Credo davvero che la nostra realtá sia un po´
cosí… gli eventi negativi, brutti, di dolore, fanno molto rumore. Le cose
belle che silenziosamente crescono, si fortificano e si preparano a
sbocciare… ci sono e sono molte! I miei occhi molto spesso ancora troppo
distratti.

Vi abbraccio fortissimo

Paolo

P.S. ultima notizia triste del giorno… hanno ucciso quasi davanti alla chiesa
un ragazzo, Cristiano, coinvolto nel mondo delle dorghe, con giá della prigione
alle spalle… era il fratello della Patrizia, la ragazza uccisa la notte di
Capodanno…. Presto vi racconteró della mamma di Patrizia e Cristiano, un
esempio di fede, forza e semplicitá che davvero mi sorprende e mi insegna
molto.

Bafoussam (Camerun)

Carissimi,
Non so come dire. Sono contento. Ho ricevuto l’altro giorno, anche se con un po’ di ritardo, non dovuto a voi, ma ai servizi delle nostre poste, il corriere in cui mi mandavate gli auguri di buon natale, con tante firme.Quello mi ha fatto sentire una certa gioa che non si poteva dire. Aprendo la busta, vedo tantissime firme. E non vi dico quale gioia.
Mi dispiace che io non ho potuto fare un giro da voi l’anno scorso, venendo alla conclusione dell’anno sacerdotale. Ho incontrato il nostro Ferdinand durante una delle nostre messe a Roma, e è sparito subito dopo. Era con un gruppo dal CANADA. Lui è gia ritornato in camerun e lavora in una parrocchia un po’ fuori dalla citta. ma è una parrocchia che ha un futuro di grande speranza, perchè li si apre una università. Vi faccio un altro mail dopo, per darvi una idee della vita nella parrocchia mia. Grazie di tutto e che Vi benedica Il Signore. Buon anno a tutti, e specialmente a Don Francesco. La sua fedelta mi da corraggio.
Ciao!

Abbé Guy-Noël Tchapda