Nouldayna (Camerun)

Carissimi del Gr. Missionario di S. Paolo

Anche quest’anno il Signore ci concede la grazia di risentirci in questo nuovo appuntamento per scambiarci amicizia e riconoscenza. Siamo a Lui riconoscenti per la vita che ci dà e per averci accompagnati giorno dopo giorno. Speriamo che anche per voi, nonostante che, sofferenze e difficoltà non possono essere mancate, possiate riconoscere la presenza del Signore che ha condotto la vostra storia. Ci auguriamo un Buon Natale! Il luogo del Natale è il cuore di ciascuno, sono le nostre case, sono le nostre famiglie, ogni nostro villaggio, anche il più piccolo e sperduto. Natale è il grande evento dell’amore di Dio che sceglie di abitare con noi. Dobbiamo accoglierlo e aiutarlo ad incarnarsi nel mondo, e che ogni persona possa conoscerlo. Gesù è la speranza dell’uomo.

Come d’abitudine vi diamo qualche notizia della nostra vita missionaria. Adriana e Immaculée sono state assenti per il loro congedo. Adriana deve prolungare il suo soggiorno in Italia per un’operazione alla tiroide, speriamo possa guarire bene e ritornare presto con noi. Guadalupe è stata destinata al Messico, quindi ci ha lasciato ai primi di ottobre. Siamo quindi Immaculée e Lina per ancora qualche mese. Rendiamo grazie al Signore e a ciascuno di voi per l’aiuto che ci date, spirituale e materiale. La biblioteca è pronta per accogliere studenti, professori e chiunque voglia profittare della lettura. Un professore delle scuole superiori ci sta dando una mano per catalogare i libri e sistemarli negli scaffali.

La stagione delle piogge è stata particolarmente intensa e anche un po’ dura. Le piogge troppo abbondanti non hanno favorito il raccolto del miglio, senza contare i danni provocati alle case e alle strade. Sono ormai più di due mesi che non piove più, ma molte strade rimangono impraticabili e molti villaggi isolati. Con un po’ di riardo abbiamo timidamente cominciato le nostre attività pastorali e di sviluppo. L’epidemia di colera ha dato al centro sanitario un superlavoro, ma è passata e siamo ritornate alla normalità, abbiamo avuto anche molti casi di malaria, soprattutto di bambini. Assieme alla nostra popolazione ringraziamo ciascuno di voi e preghiamo tutti assieme il Signore che ci renda capaci di accoglierlo, di penetrare sempre più nel suo mistero, di aiutarci a donarci totalmente con Lui per l’avvento del Suo Regno. Preghiamo anche secondo le vostre intenzioni. Il Signore ci benedica tutti. Cordialmente e con affetto salutiamo ciascuno e ciascuna.

Le missionarie di Maria a Nouldayna

Lina Immaculée

Koumi (Ciad)

Carissimo Giorgio,
Buon Natale! Anche quest’anno questa bella festa viene a ricordarci quanto Dio ci ama e
come desidera per noi l’amore, l’unità, la pace. Che il Signore conceda questi doni a ciascuno di
noi, ai nostri fratelli Massa e al mondo intero.
Spero che voi stiate bene.

Noi stiamo uscendo dalla stagione delle piogge. Quest’anno è stato particolarmente difficile
per la nostra gente (e di conseguenza anche per noi) per ragioni molteplici. Prima di tutto, dopo più
di 30 anni, si è svolta l’iniziazione tradizionale che ha provocato chiusura prematura delle scuole,
insicurezza nella circolazione (gli iniziati attaccavano i non iniziati comprese le donne, una delle
nostre cappelle è stata distrutta), divisione tra gli appartenenti alla religione tradizionale e gli altri
credenti, anche all’interno della stessa famiglia.
Poi c’è stata la pioggia abbondante, il doppio degli ultimi anni, la “diga” si è rotta in diversi
punti, il Logone è straripato, i campi sono stati inondati, anche la Missione, il raccolto in buona
parte compromesso, la città di Bongor accessibile solo via fiume in piroga, molti i malati deceduti
perché non si poteva trasportarli neanche nei dispensari più vicini.
Contemporaneamente si sono scatenati degli scontri violenti tra i diversi clan Massa per
l’utilizzazione dei terreni coltivabili divenuti insufficienti al fabbisogno. I bastoni della popolazione
(i Massa combattono a suon di bastonate) sono stati rimpiazzati dai fucili dei militari accorsi per
ristabilire l’ordine e molti sono stati i feriti di cui uno è poi deceduto. Ne abbiamo avuti anche a
casa a cui prestare i primi occorsi. Ogni volta che le donne del villaggio intravvedevano un militare
tremavano dalla paura e accorrevano a rifugiarsi da noi con i bambini e le loro povere masserizie,
e per più di una settimana il nostro cortile è stato sempre animato.
L’inondazione ha provocato la diffusione del colera e la moltiplicazione dei casi di malaria e
tifo, con difficoltà di procurare le medicine necessarie. Molte le vittime. Il colera non è ancora sotto
controllo. Due giorni fa ne è morto Gayman, un nostro vicino.

E non vi sto a dire la situazione delicata che vive la nostra Parocchia dopo la partenza
precipitosa del nostro parroco in febbraio. A causa di una serie di problemi del parroco attuale, ora
rischiamo di restare senza sacerdote “e nessuno sa fino a quando”.
Il 21 novembre tre diaconi (Joseph, Benoît e François, rispettivamente Massa, Mussey e
Ngambay) riceveranno l’ordine presbiterale a Bongor, ma sono già destinati ad altre parrocchie
della diocesi, ugualmente bisognose e più adatte ai primi passi di sacerdoti novelli.

Con tutto ciò ringrazio il Signore che ci protegge e ci dà la forza e la gioia di restare tra
questi fratelli così provati per infondere loro coraggio e speranza e sostenerli nelle loro difficoltà
spirituali e materiali.
Un nuovo anno pastorale è cominciato, molti adulti preparano il loro Battesimo per la
prossima Pasqua e tutte diamo il nostro contributo in un modo o nell’altro. Giulia , Elisabeth,
Lindomar ed ioi faremo quanto possibile per il Vangelo e per il bene della nostra gente con l’aiuto
della vostra preghiera e della vostra solidarietà.

Saluti cari a tutti e tanti tanti auguri di ogni bene!
Silvia Marsili

Kitty (Sierra Leone)

Carissimi tutti e tutte
La mia lettera arriva con tempi di attesa troppo lunghi, ma dopo queste righe confido che capirete.
All’inizio dell’estate scorsa noi Missionari Saveriani in Sierra Leone abbiamo consegnato ai sacerdoti locali della Diocesi di Makeni la parrochia dove noi due lavoravamo, Kambia.
Questo passaggio è secondo la nostra prassi di fare missione: siamo particolarmente per le zone di primo annuncio, fondiamo la comunità cattolica e quando è matura la consegnamo al Vescovo del posto.
Così è successo il 29 agosto a Kambia, nord est della Sierra Leone, a 10 chilometri dal confine con la Guinea Konakry.
I nostri confratelli arrivarono là credo nel 1961, con grande difficoltà, perchè le persone influenti del Distretto non volevano la nostra presenza. Ma la costanza ha premiato.
Con i soldi di benefattori dall’Italia padre Olivani costruì la prima scuola secondaria del Distretto di Kambia, che copre 300,000 persone.
È una scuola cattolica, assistita dallo Stato, che paga lo stipendio agli insegnanti. Poi negli anni, i saveriani hanno costruito o ricevuto dal governo 16 elementari, e durante il tempo che il mio confretello (P. Jorge, 35 anni, messicano) e io eravamo là, il capo supremo (Paramount Chief) di una delle 4 zone della Parrocchia, ci ha consegnato una scuola secondaria, affinchè fosse gestita dalla chiesa. Notare che lui è musulmano, come il 99 % della sua gente. Ma riconoscono il lavoro di quantità e di qualità dei cattolici.
Dopo 50 anni, abbiamo deciso, noi 27 saveriani in Sierra Leone, che la parrocchia di Kambia fosse pronta per essere data al clero locale.
Negli anni scorsi abbiamo consegnato la cattedrale di Makeni, Magburaka, Yele, Yonibana, Bumbuna, Port Loko, Binkolo dove era stato 30 anni P. Rabito di Villaverla (che a 91 anni è ancora a Makeni), e altre ancora…
Così P. Jorge è stato mandato alla parrocchia di Madina, tra i Limba e i Soso, e io a Kissy, a 2 Km dalla capitale Freetown.
Mi trovo in una comunità formativa, dove abbiamo con noi giovani del posto, che hanno fatto le superiori e che vorrebbero essere missionari. Così faccio il formatore, insegnerò Teologia spirituale in seminario maggiore e faccio il missionario il weekend.
Infatti celebro in due località lungo la superstrada che porta dall’interno alla capitale. Ci sono gruppi di cattolici, in un posto circa 300, che vogliono la messa la domenica. Ma la chiesa non c’è: allora preghiamo in una costruzione fatta di mattoni di argilla seccata al sole e pali di legno per tetto, coperte da lamiere ondulate di zinco.
Oppure si prega in un aula della secondaria.
L’altro posto ha 50 cristiani, e una famiglia del posto possiede uno stanzone di 4 muri di blocchi di cemento. Così l’ha messo a disposizione. La gente ha comprato pali di legno e ha steso teli di plastica per la piggia. Celebro la messa alle 8:30 la domenica, l’altare è un tavolo in legno e lo sposto a seconda di dove gocciola il telo sopra di me.. Un po’ di ginnastica spirituale non fa male… (e mi sento davvero in missione. Prima si formano le comunità e poi arriveranno anche i muri più stabili).
Io ho pensato tanto a voi in questo mese missionario, e vi ringrazio per le preghiere e per il vostro
generossissimo contributo dell’estate scorsa. Sono bei soldi, pensate che un maestro riceve 250 mila al mese, circa 50 euro per sè e la famiglia. E più della metà dei nostri maestri delle 16 elemantari e 3 secondarie non erano pagati dallo Stato…
Grazie di cuore a tutte e tutti. Ogni domenica, io nell’eucaristia mi sento unito a tutti voi.
Saluti a tutti voi, Tenki, (grazie) come si dice grazie in creolo qui, e buona continuazione.

P. Michele Carlini