Worcester (USA)

Carissima,
…Ho lasciato passare tanto tempo dalla tua lettera, ma ti ringrazio di cuore sia per le belle notizie di
casa che di Parrocchia. Vi ho sempre presenti ed in questi giorni sto pensando e pregando per tutte
le attività pastorali che stanno per iniziare. Anche nelle parrocchie qui tutto sta prendendo il via e le
2 sorelle che lavorano in parrocchia hanno da correre.

Io sto bene e dopo un mese di vacanza ieri ho ripreso la scuola fino a dicembre. Dopo vedrò cosa
fare come apostolato, qui c’è campo molto aperto con il volontariato. Per il resto dò il mio tempo
alla comunità: cucina, spese, pulizie, liturgia… E’ tutto condiviso, ma se c’è un buco è il mio da
chiudere .

Come in Italia e nel mondo, anche qui la situazione è difficile. A parte l’economia che ha fatto
perdere il lavoro a tanti ed aumentare la povertà, ci sono tanti disastri ambientali. Il Texas è
sommerso dall’acqua per un uragano e in Colorado le case stanno bruciando come fazzoletti di
carta a causa del fuoco alimentato dal vento. Fuoco e acqua provocano veramente gravi danni. La
sofferenza è di casa ovunque! Comunque è bello vedere quante iniziative di solidarietà sorgono
spontaneamente dalla gente. C’è tanta fantasia in questo!

Mi hai detto che Nicola Gennari si sposa. Sono contenta! Dì a Franco e a Paola che partecipo alla
loro gioia e affido al Signore la nuova famiglia.

Grazie ancora per la tua lettera, ma non ti preoccupare a rispondermi!

Ti ricordo nella preghiera e mando un saluto a Don Francesco e a S. Paolo.
Un caro abbraccio
Laura

Goias (Brasile)

Oggi siamo già al 3 settembre 2010… tre anni che sono in Brasile
accompagnando i progetti della missione diocesana. Sto per rientrare in Italia
per le ferie, 30 giorni, che quest’anno avranno un gusto ancora più dolce…
sarà la nostra luna di miele. Come ogni anno questa pausa diventa lo spunto per
riflettere sulla camminata che sto facendo. Epoca di bilanci. Ieri sono stato a
Belo Horizonte per risolvere un problemino coi documenti ed ho approfittato
delle varie attese per ripensare a questi tre anni per rileggerli col senno del
poi. Ed inevitabile diventa sognare e programmare il futuro.

Alla fine di tutto questo processo, allontanandomi dalla velocità del giorno-
per-giorno, mi è rimasto un profondo senso di gratitudine. Si, lo devo proprio
dire e me lo devo riconoscere… devo ringraziare di cuore prima di tutto Dio
(come si dice qui…) e poi tantissime persone. La lista sarebbe davvero
lunga… devo ringraziare Don Corrado che con pazienza mi aiuta a migliorare e
mi sta sopportando nei miei limiti e stranezze; i miei genitori per star
accettando, poco alla volta, la mia scelta (di vita e di precarietà); il Centro
Missionario Diocesano (rappresentando la diocesi di Parma) che insieme alla mia
parrocchia, Maria Immacolata, e al Gruppo Mission stanno raccogliendo i fondi
per permettermi di stare qui; le tante persone, tra cui gli amici del cuore,
che sento vicine e partecipe del mio esserci… forse loro più che ogni altro
mi danno forza e sostegno nei momenti difficili; tutte le persone e i bambini
di qui che non perdono occasione per farmi sentire benvenuto e benvoluto; in
fin dei conti tutti voi che mi leggete perchè date un senso più profondo e
ampio alla nostra missione. Potrei continuare così per pagine, ringraziando
tutti i volti che mi hanno accompagnato nella mia crescita e nelle mie scelte,
comprese tutte le esperienze di volontariato che in Italia mi hanno aperto un
po’ di più agli altri. Insomma, se sono qui è grazie a voi e vi porto in tutto
quello che faccio, quindi, come mi scriveva un bambino in una letterina… è
come se un pezzettino di ognuno di voi fosse qui con me!!

Vi abbraccio fortissimo, tutti.

Il mio Grazie più profondo.

Paolo

Ps: piccolo inciso di Vita…

La Patricinha, menina de rua conosciuta nel 2006 con soli 11 anni, è rimasta
incinta dopo una breve relazione con Maikon, altro menino de rua. In
circostanze un pò misteriose Maikon è stato ucciso da una pallottola alla
schiena. Sembra che avesse rubato un cellulare ad una fermata dell’autobus e
che nella mischia ci fosse un poliziotto in borghese ma armato. Patricia ha
portato avanti la gravidanza come la maggioranza delle meninas de rua nella sua
situazione… continuando a usare droghe e vivendo senza amarsi. La settimana
scorsa, durante la consueta uscita, incontro Douglas: la Patricia è andata in
overdose da crack, è ricoverata in ospedale. Il giorno dopo vado a visitarla.
Sta dormendo in uno stanzone insieme a molte altre mamme. Non ha più la pancia!
La sua bimba è nata di 7 mesi ma sta bene, miracolosamente nessuna complicanza.
Ambiente pulito e sereno, infermiere premurose… La rua sembra lontana anni
luce! Mi porta a vedere la bimba, piccolissima. L’accarezza sulla fronte e le
scappa un sorriso.. Arriva la mamma di Maikon. Si offre di accoglierla a casa
sua per prendersi cura di lei e della piccolissima nipote… Preghiamo affinché
possa riuscire a sentire l’esigenza di un cambiamento di vita, così come era
successo con Talita. La maternità può fare miracoli.

Goias (Brasile)

Nell’ultima mail vi raccontavo di Isidoria, quella ragazzina conosciuta
nell’SOS criança che stava per entrare nella comunità terapeutica per
disintossicarsi dalle droghe. Bene, ormai lo sappiamo quanto questo cambiamento
di vita sia difficile, e non lo nascondiamo a nessuno. Il problema, come già
detto in altre mail, è che in certi ragazzi/e le droghe non sono un problema
isolato ma spesso sono il frutto terminale di altri problemi più profondi. La
droga spesso è uno degli ultimi stadi. Capiamo quindi come liberarsene sia
davvero complesso, difficilissimo ma pur sempre, in un qualche modo, possibile.
Dobbiamo continuare a credere che anche dal crack ci sia un’uscita. Qualche
caso, pochi a dire il vero, ci testimoniano questa fragile ma concreta
possibilità… Insomma, tutta questa introduzione per dirvi che Isidoria non
c’è riuscita. Purtroppo dopo neanche 30 giorni di comunità è uscita. In verità
si è fatta buttar fuori, ma i particolari ve li risparmio. E ha fatto perdere
le tracce.

Oggi sono qui per presentarvi una situazione che credo sia la più complessa
tra tutte quelle che stiamo accompagnando. Tanto complessa che è difficile fare
un riassunto. Portate pazienza, poi parleremo anche dei mondiali!!!

Bene, voglio parlarvi di Luis Flavio Junior e della sua famiglia. Flavio J.
entra nel progetto di Adozione a Distanza a fine 2007. Lo considero uno dei
ragazzini più bravi e promettenti: ottimi voti a scuola, obbediente, bravo a
suonare la chitarra, molto sincero, curioso ed estroverso, ama leggere…. Luiz
Flavio vive con i nonni dall’etá di un anno circa. Quando é nato, il padre
aveva 17 anni e la madre 15; dopo poco tempo hanno pensato bene di disfarsene.
Il padre ha poi generato (con un’altra ragazza) Michael Hunter, ed é successa
la stessa cosa: affidato ai nonni (questa volta materni). Luiz Flavio non ha
contatti con i genitori e chiama la nonna di mamma. La nonna-mamma DULCELIA ha
problemi di cuore e pressione. Qualche mese fa, ormai credo un anno, il giudice
le manda Michael Hunter perchè i nonni materni non lo stavano trattando bene.
Michael sembra un ragazzino timido, oggi ha 14 anni, ma la nonna Dulcelia non
riesce a controllarlo. Molto ribelle e disobbediente. Comunque, per qualche
mese, tutto procede nella norma, tra difficoltà economiche e sogni di musicista
di Flavio J. La situazione cambia drasticamente (tenetevi stretti perchè le
cose si complicano davvero!!) quando il papà, che stava vivendo insieme ai due
figli (Flavio J e Michael, appunto) e alla nonna-mamma Dulcelia, fa un
incidente in moto. In tre sulla stessa moto con la pilota ubriaca. Brutto
incidente, frontale con una jeep. Perde all’istante il piede ed entra in coma.
Per più di tre mesi resta ricoverato nella terapia intensiva con la mamma ad
assisterlo come un bambino, facendosi in quattro per trovare i biglietti
dell’autobus e i soldi per comprare i pannoloni (l’ospedale non li passa!!).
Due operazioni al cervello e la morte sembra scongiurata. Il verdetto dei
medici tremendo: resterà così per sempre. Oggi vive come un vegetale,
alimentato con sonda, senza un piede, senza movimenti volontari… totalmente
scollegato dal mondo. Polmonite e piaghe da decubito si alternano. Respira
attraverso un forellino nella trachea e quindi deve stare in ambienti puliti,
senza polvere. La casa di proprietà dove vivevano era molto insalubre, pareti
con muffa e pavimento di terra battuta. Don Corrado insiste molto col comune e
riesce ad ottenere una promessa: doneranno il materiale per costruire una
stanza. Il materiale ritarda ad arrivare, nel frattempo tagliano l’acqua per
bollette non pagate. Quindi decidono di spostarsi in una casa in affitto in
condizioni migliori. Ai vari problemi economici (le medicine qui sono molto
care) si aggiunge così l’affitto da pagare. Il peso di tutta questa situazione
è tutto sulle spalle della nonna-mamma e così Luis Flavio J. comincia a darsi
da fare per trovare un lavoro. Con soli 15 anni va a scuola e al pomeriggio
lavora. Un giorno (sta arrivando il peggio!) l’altro figlio che abitava con
loro, con apparenti disturbi mentali, violenta una ragazzina nostra vicina di
casa. La polizia lo prende e lui si dichiara innocente. Il processo corre
rapido e nonostante qualche dubbio (una testimone avrebbe visto i due camminare
abbracciati e sorridenti la sera stessa della violenza) il giudice lo condanna
a 3 anni. La nonna-mamma Dulcelia ora ha un problema in più da accompagnare.
Ogni settimana va in carcere a trovare il figlio, sapendo e constatando che per
chi si macchia di questi reati non ha una vita facile dietro le sbarre.
Dimenticavo di Igor, un altro figlio di Dulcelia, è da anni alcolista e
continua ad entrare ed uscire da cliniche psichiatriche. In tutta questa
disperazione è stupefacente come questa donna, con l’aiuto e l’appoggio di Luis
Flavio e di un marito che ancora non riesco a catalogare (se non fosse per il
suo volume piuttosto significante!!), continui a tenere duro, a non darsi per
vinta, a lottare a denti stretti contro le difficoltà dei figli e con la fede
disarmante in un Dio che la aiuta e la aiuterà.

Come sempre resta una realtà famigliare conosciuta solo superficialmente, ma
per me è sufficiente. Proprio ieri ho incontrato i tre, sotto il sole delle due
di pomeriggio, spingendo dei carrelli di supermercato pieni di cartone e
bottiglie vuote di plastica… per arrotondare stanno raccogliendo questi
materiali di riciclaggio che qui sono pagati a peso.

Preghiamo insieme per questa famiglia.

Vi abbraccio fortissimo

Paolo

Ps: per sdrammatizzare un pò, che se no il rischio è di spalmarvi addosso pesi
esagerati… be, la magnifica seleçao brasileira, rappresentanti del calcio
samba è stata eliminata dal mondiale… chiaro che sono usciti dopo di noi e
quindi per qualche giorno abbiamo dovuto accettare ogni tipo di sberleffo… e
uscito il Brasile ho addirittura sentito dire che la colpa era del colore della
maglietta… azzurro!!!! Comunque qui non sono normali… ho visto gente in
ginocchio implorando il gol, altri piangere come disperati… i mondiali qui
sono una febbre!!! Chissà cosa succederà nei prossimi, che saranno proprio qui
in Brasile !!!!!!!

Ps2: la costruzione della casa procede a gonfie vele, grazie a Dio ho trovato
un muratore che oltre ad essere onesto ci sa proprio fare… ha le dita delle
mani fini fini e alla domenica suona la chitarra a messa!!!!