Goias (Brasile)

Carissimi,
in questo periodo tutto mi spinge a volervi scrivere una lettera sulla natura, e non saranno poche cose. Ma prendetevi un attimo per leggere, credo ne valga la pena!

Il mio caro amico Faust, insieme ad altri dell´Associazione Gestione Corretta Rifiuti, é stato recentemente denunciato con l´accusa di aver organizzato la campagna di boicottaggio di Iren, l’azienda che sta costruendo l’inceneritore e che ne trarrà i maggiori guadagni. Sapeva che quell´azione avrebbe disturbato molto… e cosí é stato. E´arrivata una denuncia personale a Faust, non solo all´associazione. Faust é un ragazzo semplice, tenace, contro l´uso di ogni forma di violenza, con ideali fermi e il sogno grande di poter vivere in un mondo migliore, dove il rispetto dell´uomo e della natura sia piú importante del denaro.
Poi ieri si é verificata una meravigliosa eclisse lunare totale, e qui dal centro Brasile la si é potuta degustare con calma!! Guardare la luna mi porta a pensare, ancora una volta, a questo piccolo ma ancora ospitale pianeta che é Madre Terra. Tutti sanno quanto la natura (flora, fauna, pioggia, ecc.) sia il cuore delle varie culture indigene brasiliane. E credo che questa riflessione sulla difesa della natura, scritta in terra Brasiliana, possa avere una forza ancora piú tagliente.
Tutti sanno quanto l´uomo, e nell´ultimo secolo in modo spropositato, stia distruggendo e degradando la nostra culla. Autodistruzione? Credo di si. Le cose stanno davvero migliorando? Credo di no. Io sono di quella generazione nata e cresciuta (i miei coetanei se lo ricorderanno) tra gare scolastiche al riciclaggio di lattine di alluminio, panda del WWF disegnati sui quaderni, e boicottaggi contro imprese che disboscavano l´Amazzonia per creare pascolo. Sono passati vent´anni e… nonostante il tema ECOLOGIA sia sulla bocca di tutti alcuni dati alla mano ci fanno rabbia. Sempre restando qui (ma credo in Italia le cose non siano molto differenti) sappiamo che l´85% dell´inquinamento atmosferico delle grandi cittá brasiliane é causato dai motori di macchine e camion. Qui non esistono ancora leggi cosí rigide come le nostre (bollini Blu e compagnia) e Goiania é la prima cittá del Brasile col maggior numero di macchine per abitante, circa una macchina ogni 1,7 abitanti. E negli ultimi anni il tasso di crescita delle vendite di veicoli é impressionante, e si stima che nel 2020 ci saranno a Goiania piú macchine che persone. Non consideriamo le moto di piccola cilindrata (125 e 150 cc.), qui usatissime, dove siamo al secondo posto in numero assoluto dopo San Paolo (dati wikimapia).
Guardando al Brasile intero, nei due primi mesi del 2011 sono stati commercializzati 817 mila veicoli. Ovvero il 18% in piú a rispetto dello stesso periodo del 2010 (692 mila veicoli). (dati Fenabrave). Questi semplici dati ci danno l´idea di quello che succede non solo nel Brasile ma in tutti quegli altri Paesi che stanno vivendo una grande crescita economica… e sono Paesi molto popolati (basta pensare alla Cina, all´India, ecc.). E l´equazione é davvero semplice: piú auto = piú inquinamento. E le tecnologie alternative, per mera speculazione economica, ancora non decollano. Finché ci sará una goccia di petrolio… macchine a pistoni e marmitte!!
Qui in Brasile, poi, tocchiamo con mano come l´aumento delle automobili stia creando una distruzione secondaria notevole. Forse non tutti lo sanno ma in Brasile la maggioranza delle auto é venduta con motori FLEX, che accettano di bere sia benzina che alcol (etanolo). Questo etanolo (che in alcune epoche dell´anno conviene rispetto alla benzina) é ottenuto dalla lavorazione della canna da zucchero. Un´alternativa ecologica al petrolio… per scoprirlo leggete qui sotto cosa sta succedendo qui vicino a noi, proprio a pochi chilometri.
Sto cercando di mettere in piedi una denuncia di un crimine ambientale silenzioso e dagli aspetti sconvolgenti. Alcuni giorni fa incontro un mio amico muratore. Mi chiama in disparte, lontano da orecchie curiose, e si sfoga:
“Paolo, sta succedendo un disastro ambientale qui vicino. Nelle fazende ai bordi della mia cittadina natale stanno SEPPELLENDO GLI ALBERI. Durante il giorno le ruspe scavano grandi canali, lunghi centinaia di metri. Durante la notte altre ruspe abbattono gli alberi sradicandoli e buttandoli dentro a questi canali. E lavoratori (uno di questi é un mio amico, lo pagano 600 Reais a notte, quello che un cameriere guadagna in un mese, per intenderci!) li spezzettano con le motoseghe per ridurne il volume. All´alba le ruspe ricoprono il tutto con la terra chiudendo il canale. La settimana successiva, come per magia nera, in tutta l´area deforestata é piantata la canna da zucchero, che tra l´altro impoverisce molto il suolo. Questi qui (i fazendeiros) stanno letteralmente seppellendo gli alberi!! Ed é un campo da calcio ogni notte!! Da mesi che vanno avanti…”
Questo muratore mi chiede aiuto per fare la denuncia, ammette di non sapere come fare ed ha paura di denunciare il crimine ambientale alle persone sbagliate… Questo schema é un modo furbissimo di eludere i controlli e le leggi di tutela ambientale. Il legname tagliato non é messo su strada e quindi sfugge ai controlli della polizia stradale. E non si brucia nulla, eludendo cosí i sensori dei satelliti che in continuazione controllano gli incendi. La parte piú rischiosa, lo sradicamento degli alberi, avviene di notte e comunque lontano da strade e da occhi indiscreti. Un piano malefico che trasforma ogni notte, silenziosamente, 9200mq di Cerrado in canna da zucchero destinata alla produzione d´alcol per le macchine. Etanolo alternativa ecologica alla benzina? Sto studiando con amici come organizzare la denuncia senza esporsi troppo.
In queste settimane il CODICE FORESTALE brasiliano (un insieme di leggi per regolamentare la relazione uomo-foreste, quindi racchiude in se tutte le norme per limitare il disboscamento) é sulle pagine di tutti i giornali. Alcuni politici (il coordinatore del progetto di legge é Aldo Rebelo del PartitoComunista doB-SP) hanno creato un nuovo Codice Forestale per sostituire quello vecchio, ormai “superato”, approvato negli anni sessanta. Quale migliore occasione per una svolta netta e precisa verso una tutela della natura piú effettiva e decisa? E invece no, tutto al contrario! Il nuovo Codice Forestale (C.F.) strizza l´occhio ai grandi latifondisti (consideriamo che la maggioranza dei senatori e dei politici in genere sono legati ai grandi fazendeiros) permettendogli di disboscare aree maggiori, prima considerate protette. Per esempio il vecchio C.F. imponeva un´area di protezione sulle sponde dei fiumi di 33 m, il nuovo C.F. la riduce a soli 7. Non voglio entrare nei dettagli (i piú curiosi di voi troveranno in internet tutto il necessario) ma se il nuovo C.F. fosse approvato cosí com´é sarebbe un disastro ecologico legalizzato. La nuova legge é giá stata approvata nella Camera dei Deputati ed é presentata al Senato Federale. Se passerà al Senato Federale solo la presidente Dilma potrà porre il veto. Per fortuna Dilma ha chiesto 6 mesi di analisi della legge per poter apportare alcune modifiche. Questo anche grazie al lavoro di denuncia e coscientizzazione che tante ONG “verdi” (dal WWF a GreenPeace) stanno portando avanti. La Chiesa Cattolica sta cominciando a lanciare una grande campagna di raccolta firme in tutte le parrocchie del Brasile, circa 12.000. La speranza é di ottenere una manipolazione del nuovo C.F. per renderlo meno tollerante al disboscamento. Forse saranno piccoli ritocchi ad una struttura di legge che ancora una volta mette il lucro e la logica della super-produzione al primo posto, considerando la protezione della natura argomento non prioritario.

Non ci resta che opporci a queste logiche, qui in Brasile e li in Italia. Nel nostro abituale stile di vita pensare strategie per inquinare meno e preservare di piú. A volte sono comportamenti semplici, altre volte ci chiedono un sacrificio significativo, ma ormai necessario.
Non stiamocene zitti e con le mani in mano, costi quel che costi, quando percepiamo che il denaro brucia e distrugge la nostra Madre Terra.
Il silenzio di troppi fu il piú grave peccato durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi siamo cambiati?

Vi abbraccio fortissimo

Paolo

Goias (Brasile)

Carissimi,
oggi lascio spazio ad un piccolo racconto di André,(Andrea è un ragazzo di Parma il cui fratello è quel giovane morto in Spagna lo scorso anno durante un bagno nell’oceano dopo aver compiuto il pelleggrinaggio a Santiago di Compostela ) il giovane ragazzo che giá da qualche mese ci sta accompagnando. Scrive di Rosangela, una giovane mamma che conosciamo molto bene, esempio di semplicitá e umiltá, che nonostante le grandi difficoltá che quotidianamente affronta, non vuole perdere il sorriso.
Paolo

Mi chiamo Andrea e questa volta non sará Paolo a scrivervi la consueta mail dal Brasile ma il sottoscritto.
Ho avuto l’opportunitá di venire a Senador Canedo visto che i miei genitori somo amici di vecchia data di Don Corrado. Sono arrivato qua circa tre mesi fa per passarvi un po’ di tempo, per conoscere questa realtá e per dare il mio piccolo aiuto, dovrei tornare in Italia fra qualche settimana. Come Paolo vi ha giá scritto in una lettera precedente sto dando alcune lezioni di inglese per i ragazzi del quartiere, inoltre quando posso vado a visitare insieme a Paolo o a Don Corrado alcune delle famiglie del progetto di adozione a distanza. É una esperienza molto positiva, soprattutto per la forza che spinge molte di queste famiglie a compiere sacrifici che, sinceramente, pensavo quasi inimmaginabili, ma, allo stesso tempo, a non perdere mai il sorriso. Molti di voi probabilmente hanno giá avuto l’opportunitá di vivere e conoscere situazioni del genere con il gruppo mission o in altre occasioni, ma penso sia sempre bene ricordarne alcune, perché io stesso continuo a stupirmi ogni volta.
Oggi vi voglio raccontare la storia della Rosangela, la mamma di un bambino del progetto di Adozione a Distanza (Vitor Samuel). Paolo ha cominciato a parlarmene presentandomela come una bella e giovane ragazza… ammetto che la sua situazione mi ha colpito in modo particolare. Siamo andati a trovarla dove abita, nel quartiere piú povero fra quelli in cui opera il progetto. Il “morro”, la collina, é il nome dato a questo gruppo di case costruite appunto sui fianchi piú o meno scoscesi di una collina; alcune di queste sono state abbattutte dal municipio perché erano a pericolo di frana. Come dicevo comunque é molto povero, le strade non sono ancora asfaltate, le case sono costruite spesso in modo molto precario e la criminalitá é presente in maniera maggiore rispetto alla media. Insomma é ció che di piú simile ci sia qua alle famose favelas brasiliane. Seguendo una stradina malandata, piccola e ripida, si arriva a quella che per me é sicuramente la casa peggiore che abbia visto finora: una piccola baracca costruita con assi di legno che potrebbe essere abbattuta con un calcio, volendo. Qui vive la Rosangela , senza nessuno altro membro della famiglia, (ha solamente una zia, con cui non é in buoni rapporti) se non con i suoi due bambini, Vitor e Isabely, avuti da due uomini diversi che non li hanno riconosciuti come figli e che non aiutano minimamente con le spese. La cosa che piú stupisce dell’abitazione peró é l’interno, piccollissimo ma ordinato e pulito, cosa molto rara qui in periferia anche in famiglie meno povere, dove c’é qualcuno che lavora e ci sono delle entrate sicure. La Rosangela , infatti, non avendo un compagno e dovendo badare ai bambini é costretta a rimanere a casa. Iniziando a parlare abbiamo scoperto che oltre ad avere bisogno di varie cose per i bambini, cibo, pannolini, medicine, appena a una decina di metri dalla casa, fra gli alberi c’é uno dei ritrovi abituali di tossicodipendenti del quartiere e, per questo, i rumori e la paura sono dei freni efficaci contro il sonno di notte, perché chiunque potrebbe entrare in una casa cosí e nel migliore dei casi fermarsi a rubare il frigo o la bombola del gas, il poco che c’é di (poco) valore. Cercando in qualche modo di dare un piccolo aiuto abbiamo scoperto che il procedimento per fare riconoscere Vitor dal padre é completamente bloccato perché lei non ha abbastanza soldi per prendere l’autobus per andare in tribunale. Essendoci quindi incontrati di nuovo, per andare in macchina, per cercare di risolvere questa questione, di ritorno siamo passati da un supermercato per comprarle qualcosa di cui aveva bisogno e, lasciandole libera scelta, ha preso solamente dei pannolini per la piccola. Siamo dovuti essere noi a prenderle da mangiare perché, anche se lei aveva pochissimo cibo in casa, non voleva approffittare troppo del nostro aiuto.
Spero di avervi interessato e di avervi fatto arrivare alla fine di questa mail!
Tanti saluti e um grande abraço!

Andrea