Koumi (Ciad)

Santo Natale 2008

Carissimi,
La festa del Natale, tanto cara alle nostre famiglie, mi richiama accanto a voi per augurarvi la goia per la nascita del Salvatore, venuto tra noi per colmare i nostri cuori di pace e di speranza. Egli vi sia vicino e fecondi di bene la vostra vita e il vostro operare.
E’ questa un’ottima occasione per dirvi tutta la mia riconoscenza per quanto fate per questa nostra gente, che vive del raccolto stagionale a volte molto ridotto a causa d’intemperie, siccità o forze ridotte per malattie. Quest’anno, l’inondazione dovuta alla rottura dell’argine del fiume, che scorre vicino a noi , ha portato una marea di zanzare e con esse la malaria, causa di morte di molti bimbi ed anche di adulti. Stiamo aiutando la nostra gente e speriamo che questo flagello passi in fretta.

Presto inizierà il nuovo anno di scuola per le ragazze e spero di riuscire a trasmettere loro quanto è necessario per rendere migliore la vita nelle loro famiglie e nei loro villaggi. Diverse fra loro frequentano anche il catecumenato per diventare cristiane. Le affido alle vostre preghiere, perché possano testimoniare la loro fede in questa società che ancora non conoscere il messaggio evangelico.

Vi lascio augurandovi ancora un lieto e Santo Natale e un felice Anno Nuovo nel Signore. Vi ricordo a Lui ogni giorno nella preghiera, mentre vi saluto affettuosamente.
Sr Giulia Pirovano

P.S.Un saluto e auguri di bene a Don Francesco e a tutti gli amici di S. Paolo!

Koumi (Ciad)

Carissimi,

Dopo tanto silenzio, eccomi ancora a voi per darvi nostre notizie, per sollecitare le vostre e per augurarvi un Santo Natale. Spero che questa lettera vi trovi tutti bene, impegnati a testimoniare i valori nei quali credete con tutta la vostra vita.

Noi stiamo bene. Ho vissuto quest’anno la mia prima stagione delle piogge a Koumi . Il fiume Logone è straripato e molti villaggi sono stati inondati da Mununda (lo spirito dell’acqua), Qualche villaggio ne ha beneficiato per le culture perché le piogge sono state molto scarse (neppure 400 mm), altri hanno tutto perduto, anche le abitazioni che si sono disciolte; c’è ancora molta gente accampata su luoghi sopraelevati, assistiti con coperte, zanzariere e medicinali da Medici Senza Frontiere, che arrivano da Bongor con una barca a motore. Da agosto infatti, per uscire da Koumi, non abbiamo che il fiume come via di comunicazione. E per andare a Bongor, bisogna attraversarlo due volte in piroga (ogni volta circa 45minuti).

La popolazione ha molto sofferto. Per i malati dei villaggi all’interno era difficile raggiungere i dispensari della regione, così mi sono resa disponibile a curare quanti riuscivano ad arrivare qui da noi. Ringrazio infinitamente il Signore per le centinaia di persone che ho potuto salvare, in particolare i bambini colpiti dalla malaria. Un giorno ho assistito anche al parto prematuro della moglie di Moise, uno dei miei insegnanti di Massa. Me l’hanno portata sfinita, passando anche attraverso l’acqua, e non ho potuto che accoglierla nel mio “ufficio-ambulatorio”. Con la collaborazione di tutte, un paio d’ore dopo è nato Matteo Firina (=gioia) Ghidena (=grazie a Dio) che ho messo, contrariamente alla tradizione, direttamente tra le braccia del papà, stordito e felicissimo. Il suo primogenito!

Impossibile raggiungere in macchina (21 o 52 km secondo la pista praticabile) il dispensario di Magaw, di cui mi occupo, fino a dicembre.
Malgrado le difficoltà di comunicazione e la paura della piroga da sormontare, ho potuto partecipare in luglio ad un corso di formazione permanente a Yaoundé, insieme ad Adriana e Irma e anche lavorare qualche tempo a Bongor al CEDIAM, centro diocesano di animazione, test volontario AIDS, cura dei sieropositivi, accompagnamento dei malati e degli orfani di genitori morti di AIDS. Inutile dire che è stata un’esperienza molto forte e positiva per me, che ho riscoperto quanto amo la mia professione e quanto bene è possibile fare agli altri quando la competenza si coniuga con l’amore. Forse prossimamente, con il sostegno di UNICEF, inseriremo alcune di queste attività nei nostri dispensari, per poter ridurre la trasmissione dalla madre al bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.

Le sorelle stanno bene. Anche Elisabete è rientrata dalle vacanze in Brasile piena di idee e di energie per lavorare con i giovani. Anche la biblioteca è pronta e non attende che di essere messa in funzione. Ma la scuola non è ancora cominciata! Giulia (n.d.r.si tratta di Giulia Pirovano altra nostra amica saveriana) è sempre attiva, malgrado l’età e gli acciacchi: le attività che fa con le ragazze (alfabetizzazione e lavori pratici) la impegnano praticamente tutto l’anno che se il corso vero e proprio dura 5 mesi. Emerenziana è la regina della casa e della regione. Tutti la conoscono, l’apprezzano, vengono da lei per un consiglio, un servizio, un aiuto. Ha una notevole capacità di comunicazione con tutti, comprese le autorità.
Le nostre due care ospiti, Nadine e Delphine, che desiderano diventare Saveriane, sono ancora con noi per qualche mese poi, se il risultato del loro soggiorno sarà positivo, partiranno per il Congo in vista della loro formazione. La loro presenza tra noi è bella e stimolante, ci aiuta a prendere coscienza del dono grande che è la vocazione missionaria.

Il comunità stiamo costruendo il nostro progetto apostolico 2008-2009 e un po’ del mio tempo sarà consacrato alla formazione dei catechisti. Vedremo come organizzarci per poter mettere a servizio tutte le nostre energie. Voi ricordateci nelle vostre preghiere…
I miei auguri più belli di Buone Feste e di un anno nuovo colmo di benedizioni del Cielo.
Saluti a tutti gli Amici e a don Rossolini.
Silvia

Goias (Brasile)

Ciao carissimi,

è con un certo ritardo che scrivo questa lettera, e sono tantissimi i fatti accumulati che cui vorrei raccontarvi. Cerco di andare con ordine, e scusate se questa mail sarà un po’ più lunga delle altre…

Sono stato alcuni gironi in Mato Grosso, per l’esattezza a Poxoreo. Un paesino nato una ventina d’anni fa sull’onda della caccia ai diamanti. Dopo il boom dei primi anni è arrivata la crisi e oggi i “garimpos” (le cave in cui si cercano i diamanti) funzionanti sono solo due, entrambi in via di chiusura. Di conseguenza la popolazione della cittadina sta migrando verso la più vicina cittadina, Primavera do Leste. Cittadina nata dal nulla e sviluppatasi sull’impulso della creatività di Don Onesto Costa, parmigiano a cui hanno addirittura già intitolato una strada per i grandi progetti che è riuscito a sviluppare qui. A Poxoreo siamo stati ospiti di Marianna, il suo sposo Giampi (uno dei massimi leader dei BOYS’77) e il loro piccolo bimbo Ernesto. Don Corrado si è fermato solo due giorni giusto per celebrare il battesimo del piccolo. La coppia di italiani sta accompagnando un asilo che ospita durante il girono una quarantina di bimbi e bimbe provenienti da famiglie in difficoltà. Inizialmente questo asilo era un centro di accoglienza diurno e notturno, in pratica una casa famiglia, per ragazzini e ragazzine figli di prostitute. Sembra che ancora oggi, nonostante il flusso di viaggiatori attratti dal commercio di diamanti sia drasticamente calato, la prostituzione sia abbastanza diffusa, soprattutto nella Rua Bahia… ben vicino all’asilo!! Marianna e Giampi sono una coppia molto bella e solare; qui in Brasile ormai da 4 anni stanno affrontando le difficoltà che si propongono con serenità tipica brasiliana, e molta tempra. La loro accoglienza calda e gioiosa. Si, direi che entrambi si sposano bene con la natura di Poxoreo. Una natura esplosiva: una grande laguna nata in seguito ad una piccola diga idroelettrica, cascatelle che tagliano la foresta (con alcune specie di piante che si incontrano solo in amazzonia), rane che cambiano colore per mimetizzarsi (effetto camaleonte), colline ripide e inaspettate (con una struttura che ricorda la nostra amata Pietra di Bismantova), tarantole, serpenti, farfalle velenosissime grandi come una mano (“borboleta cobra”…). Ho addirittura provato a pescare ma non ho l’esperienza per ingannare i grandi dourado (salmone giallo brasiliano, salminius brasiliensis, la preda più ambita) presi invece da altri pescatori del posto.

E’ stata una settimana di vacanza e conoscenza, di stacco dal nostro quartiere. Sono stati gironi bellissimi e non vedo l’ora di tornare… forse tra un anno. Se solo fosse più vicino!!

Ma dopo una notte intera di corriera, rientrando a casa, ho avuto la sensazione di ritornare coi piedi per terra. Un ragazzino che conosciamo abbastanza bene, di una delle famiglie che stiamo più accompagnando (è un fratellino della Lorraine, per chi se la ricorda… ne avevo parlato qualche lettera fa, la n° 19 per l’esattezza), è rovinosamente caduto nel crak. Si chiama Marcus Vinicius e ha 14 anni. E’ magrissimo, va in giro scalzo, sporco, con vestiti sgualciti. E’ tanto preso dalla droga che nell’ultima settimana ha rubato tutti i giorni. E’ già stato preso dalla polizia ma poiché è minorenne è molto protetto dalla legge brasiliana (Estatuto da criança e do adolescente) e dopo sole 3 ore era già a casa. Credo che non si sia neanche spaventato della cosa… Persone che sanno come si sviluppano queste situazioni mi hanno confessato che se continua così presto la polizia lo prenderà e se ne troverà il corpo dopo qualche girono. E’ già successo un paio di anni fa con due minorenni dei nostri quartieri. Oppure sarà un trafficante che non sopporterà più i suoi debiti di droga non pagati. Siamo molto preoccupati. Continua a fuggire il dialogo e non è neanche facile guardarlo negli occhi, sempre sguardo a terra. Qualche giorno fa è stato lui a venirmi incontro. Mi ha chiesto 10 Reais (circa 4 Euro) per un debito di droga. Ho colto l’occasione per una chiacchierata molto schietta, mettendolo davanti alla realtà. Ma mi sono presto reso conto che sa perfettamente i rischi che sta correndo… ha concordato che era più giusto offrirgli una merenda e una lattina di Coca-Cola. Il problema è che la droga “parla più forte” di tutto. Il crak è un derivato, in realtà lo scarto di lavorazione, della cocaina… è economico, crea subito una dipendenza molto forte, lascia aggressivi e senza fame. Sua mamma non sa più che fare, sua sorella Lorraine non lo vuole più neanche vedere dopo che ha ripetutamente rubato il latte del piccolo Gabriel e alcuni suoi vestitini.

Pregate tanto per lui, e dategli la forza con le vostre preghiere di credere che il suo futuro non è già scritto, che può ancora avere la forza di cambiare la sua sorte. La fazendina de recuperaçao lo sta aspettando ma non lo si può portare a forza. Ognuno ha il suo tempo giusto per uscire dal vortice della droga. Lui sa che ogni lunedì sera lo aspetto alle 18.30 per accompagnarlo alla prima riunione del NATA.

Pregate perchè lunedì prossimo si presenti.
Vi stringo al petto.

Paolo