Goias (Brasile)

Carissimi,
rieccomi qui. Siamo alle porte della Pasqua. Oggi è venerdì Santo e sta ancora piovendo. Il clima, dicono qui, non è più quello di una volta. La memoria storica popolare afferma che durante la settimana santa non dovrebbe piovere. Una signora anziana mi ha detto che quest’anno dobbiamo aspettare la Pasqua per vedere la fine della pioggia. Succede così quando gli uomini fanno molti peccati. Effettivamente, guardando la TV e ascoltando il bocca-bocca (passaparola) di fatti truci che accadono nel nostro quartiere, gli episodi di violenza non mancano. L’attuale mondo sembra davvero dominato dal male. Il dubbio che ci resta è sempre il solito… la società è sempre stata così violenza ma la gente comune non lo sapeva non avendo accesso alle informazioni (TV, giornali, radio… strumenti degli ultimi decenni). O certi fatti una volta socialmente accetti oggi sono rifiutati e considerati “scandalosi” (penso alle violenze tra le mura di casa, soprattutto su donne e bambini). O davvero questa sensazione di “peggioramento” rispecchia la realtà. Difficile da dire. Comunque sia l’importante è che ogni singolo faccia la sua parte, qui come li in Italia, senza cadere nel pessimismo… e sempre conservando nel cuore la Speranza.
Restando nel nostro piccolo possiamo osservare la nascita e lo sviluppo della nostra periferia, nata circa 25 anni fa e ancora in rapida espansione, classicissimo esempio di inurbamento (migrazione dalle campagne e dalla vita contadina alla città). I racconti di chi era qui fin dall’inizio descrivono una realtà feroce, fatta di baracche, strade di terra, covo di ricercati dalla polizia, malviventi armati, bande dettando legge. Nel ricordo vivo di molti appaiono figure grottesche di “capibanda” che uccidevano come se fosse un gioco. Poi lentamente la situazione migliora. Le strade ricevono l’asfalto, le baracche vengono sostituite da casette in mattoni, i malviventi più pericolosi o uccisi o catturati dalla polizia, scuole, autobus, ecc. Il miglioramento economico va di pari passo col miglioramento di condizioni di vita e di sicurezza. Quelli che per noi oggi sono quartieri molto violenti, in paragone a due decenni fa, sono un paradiso. Negli ultimi due anni, in controtendenza a questo progressivo miglioramento, viviamo un innalzamento della violenza legato al mondo delle droghe (i frutti dell’invasione del crack). Sarà una bolla di sapone destinata a scoppiare? Speriamo di si e che non lasci troppe vittime sul suo cammino.
Chiudiamo questo volo libero di contesto e ritorniamo coi piedi ben fissi nel quotidiano! Mercoledì sono stato invitato per una momento di preghiera speciale nel CIA (il carcere minorile dove il venerdì mattina faccio un po’ di catechesi). E’ il giorno delle visite dei famigliari dei ragazzi. Solo 4 ragazzi ricevono la visita nella mattinata. E tutti gli altri? Scopro che il resto dei ragazzi (più di 30) riceverà la visita nel pomeriggio. E chi farà il momento di preghiera del pomeriggio sarà una pastora evangelica… continua in questa prigione una sottile lotta di “spazi” tra cattolici ed evangelici. Facile indovinare che chi coordina questi momenti sia la Maira, educatrice evangelica purosangue! Il nostro momento di preghiera è partecipato (tutti parlano un po’) e credo efficace. Come al solito cerco di legare il testo sacro al quotidiano. E ammetto che fare questo in un carcere, con tutti i problemi umani che ci sono, sia piuttosto facile.
Chiudo questa mail con un episodio che non so come definire… trovateci voi l’aggettivo giusto!! Una delle nostre famiglie del progetto di Adozione a Distanza, che non sta ricevendo aiuti alimentari, si presenta con una ricetta medica firmata dal medico nutrizionista. Nella ricetta si legge:

“Paulo Cilas Martins, bambino di 9 anni, denutrizione moderata, necessita di alimenti specifici per migliorare il suo stato nutritivo (CESTA BASICA)”

La cesta basica, che diamo alla maggioranza delle famiglie del progetto, contiene beni a lunga conservazione basici nell’alimentazione brasiliana (riso, fagioli, zucchero, olio, caffè, latte, ecc.)… non commento la professionalità di questo medico!

Che la luce della risurrezione di Cristo possa illuminare sempre più i nostri cuori, dandoci pace, coraggio e speranza.
Vi abbraccio forte, tutti.

Il Signore ci benedice.
Paolo

Quèbec (Canada)

Grazie infinite per i buoni propositi che mi fate in questo giorno di giovedì santo in cui, come prete, devo rinnovare il mio impegno sacerdotale.
Colgo l’occasione per ricambiare gli auguri: Che questa Pasqua sia per voi una delle più piacevoli da ogni punto di vista!
Io sarò al congresso internazionale dei sacerdoti a Roma dal 7 all’11 giugno 2010; piaccia a Dio di poterci incontrare!

Molto sinceramente vostro
Abbé Ferdinand

Thailandia

Carissima Carla,
eccomi qua a mandarti gli auguri pasquali anche per tutto il gruppo missionario parrocchiale di San Paolo,
come state? Mi immagino il clima pasquale e le celebrazioni piene di gente. Qui per la veglia pasquale i cristiani dei villaggi scendono dalle montagne e si ha la sensazione di essere tanti…ma in effetti la Pasqua passa inosservata a quasi tutti. Ed anche i cristiani hanno bisogno di formazione. Il giorno di Pasqua al pomeriggio sono andata alla veglia funebre di un ragazzo, Khoot, di appena 18 anni. Dopo un incidente stradale in moto per mesi era incosciente, ma sembrava ce la potesse fare… I genitori, entrambi buddisti, avevano avuto dei contatti con una chiesa protestante e cosi’ quando per caso una mia consorella ha incontrato il papa’, lui si e’ aperto raccontandogli di suo figlio malato e ha accettato volentieri le nostre visite all’ospedale. Mi ha impressionato il giorno di Pasqua la compostezza dei genitori davanti alla morte del loro figlio, (i thai non manifestano il dolore e la sofferenza) mi hanno detto che il loro Khoot era
con il Signore, e che desideravano partecipare ai gruppi di ascolto del Vangelo. Non si sa se lo faranno e se sono davvero interessati, ma resta il fatto che la mia Pasqua e’ stata il sentire questo filo di speranza, imperfetto, leggero, sottile, che passa per un desiderio di conoscenza di Cristo, in Colui che davvero il solo puo’ dar senso a quella morte.
Sono piccoli segni e speranza che alimentano la nostra vita. I frutti sono ancora in germe e forse si vedranno nel futuro. Adesso il nostro e’ un andare a portare gesti di amore con l’amicizia, il sorriso, piccoli aiuti che lascino trasparire la bonta’ di Dio per tutti loro. E li’, in questo passare senza pretese si spera si comprenda qualcosa dell’amore di Dio.

Buona Pasqua di tutto cuore,
ciao a tutti, con affetto
Valentina Gessa