Goias (Brasile)

Carissimi tutti,
come vedete dal titolo di questa lettera oggi non sarò particolarmente breve. Cercherò di fare del mio meglio in quanto a sintesi, ma quando lascio passare più di 25 giorni tra una lettera e l’altra… le cose si accumulano. E di quante situazioni, comunque, non riesco a parlare!!
Quindi, andiamo con ordine:
1)Alicia nella rua
Episodio ormai di qualche settimana fa, ma che resta uno di quegli incontri che segnano, che non so perchè mi ha riportato alla mia esperienza di Belem do Parà, anno 2002. In una visita ai meninos de rua, sempre con Irmà Ana, abbiamo trovato diverse persone adulte e tre bambini. Sono due famiglie che provengono dal Minas Gerais e cambiano spesso posto. Hanno trasformato il loro angolo di marciapiede in un piccolo accampamento. Una latta d’olio vuota, con le opportune aperture di ventilazione, è il nuovo fornello da campo. La fiamma alimentata dall’alcol per le macchine (derivato dalla canna da zucchero, qui è una reale alternativa economica alla benzina) è ben rossa e annerisce una padellina nella quale friggono pezzettini di carne. Come arriviamo gli adulti ci salutano con non troppo calore. Una signora è chiaramente ubriaca, molto molto magra. Un altro ragazzo ha gli occhi rossi… Un altra signora, che scopro poi avere la bellezza di 20 anni e 3 figli, ha in braccio un bebè. Spuntano dalle retrovie tre monelli. Poche parole, un sorriso, una domanda… già ci abbracciano e non ci lasciano più. La più piccola, Alicia, ha un musetto che mi ricorda tantissimo le bimbe di Belem, ricordi di ormai qualche anno fa. Ecco che nel momento di andare via Alicia guarda negli occhi Irmà Ana e le dice: “portami via con te, per favore, non mi lasciare qui… la notte è troppo fredda e abbiamo sempre fame”
2)Sono arrivati Adriano, fratello di Don Corrado, e Elena Maradini. Una presenza che ci fa molto bene, rompe un po’ i ritmi (domestici e lavorativi) e allontana la nostalgia di casa. Adriano è ormai un abitudinario, è diversi anni che passa le ferie estive qui da noi, e aiuta tantissimo nelle attività sportive, oltre ad essere un bravissimo cuoco e un vero “tuttofare”. L’Elena è una signora piena di grinta, che già parla bene il portoghese, e che sta aiutando soprattutto nei progetti di rinforzo scolastico. Si è subito inserita e tutti le vogliono già bene. Resteranno qui due mesetti… una bellissima risorsa per noi e la nostra gente!
3)Ho trovato nel CIA (Centro Internaçao Adolescentes, il carcere minorile di Goiania) un vecchio conoscente. E’ Jefferson ed è lui a riconoscermi. Mesi fa lo avevo accompagnato ad una riunione del NATA (comunità terapeutica) perché sembrava che volesse uscire dal mondo delle droghe. Poi non avevo più saputo nulla. E adesso lo ritrovo dietro le sbarre. Non parliamo molto, è ancora nelle celle di isolamento dove restano per 3 giorni i nuovi arrivati. Mi spiega che ha ucciso un ragazzo per legittima difesa ma che è arrivata subito la polizia, è scappato… un poliziotto gli ha sparato con un fucile a pallettoni e lo ha preso in una gamba. Mi mostra le bende… Mi ha chiesto di andare a trovare sua mamma e di dirle che sta bene, abitano in un quartiere non lontano.
4)La Talita (vedi lettera 25 e 13) sta facendo un corso di pittura abbastanza qualificato. Mi ha mostrato i suoi primi due quadri e sono rimasto a bocca aperta. Credo che la ragazza abbia davvero talento. Spero riesca a prepararne qualcuno per portarlo in Italia a settembre, al mio prossimo ritorno. Sarebbe una soddisfazione grande guadagnare qualche soldino con la propria arte. Continuiamo a incoraggiarla e a pregare per la sua camminata!!

Vi abbraccio forte
A presto
Paolo